Covid a Napoli, la rivolta dei ristoratori contro le ordinanze di De Luca: «Più di sei clienti ai tavoli»

Covid a Napoli, la rivolta dei ristoratori contro le ordinanze di De Luca: «Più di sei clienti ai tavoli»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 1 Ottobre 2020, 08:02 - Ultimo agg. 12:02
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Ristoratori e gestori dei locali napoletani riuniti ieri alle 16.30 per chiedere a Vincenzo De Luca un passo indietro sul limite di 20 persone per ogni evento e sul massimo di 6 persone per ogni tavolo al ristorante. L'iniziativa, promossa da Lorenzo Crea nell'area salotto de «I Re di Napoli» in via Partenope, è stata popolata da tanti commercianti e titolari di discoteche e appoggiata dalle tre associazioni di categoria: Aicast, Confesercenti e Confcommercio. Tutti dalla stessa parte, insomma, per «difendere un settore tornato in grave affanno dopo le nuove restrizioni».

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Il Lungomare di pomeriggio è un via vai di macchine e motorini. Non sfrecciano, ma nemmeno rispettano il limite di velocità di 10 km all'ora. Era da tanto che non si respirava aria di gas di scarico dalle parti di Castel dell'Ovo. Due ragazzini in bici, di 15 anni al massimo, provano a improvvisare uno slalom tra le lamiere: «La pista ciclabile si può usare?», chiedono candidi. «Meglio che pedalate altrove», risponde un passante. Gli adolescenti scendono dai pedali con facce amareggiate. La stessa amarezza dei volti dei ristoratori riuniti a pochi metri da loro, nel salotto de I Re di Napoli. «In pochi hanno notato che l'ordinanza, concedendo la sola forma statica di commercio, inibirebbe anche gli ambulanti - esordisce Pasquale Giglio, direttore regionale di Confesercenti - Abbiamo chiesto chiarimenti». Gli altri imprenditori presenti annuiscono preoccupati.
 

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Covid contro economia: il grande duello del 2020. Il tetto di 20 presenze per ogni evento incide su migliaia di ristoratori, chef e camerieri. Antonino Della Notte, titolare di Aicast e titolare di Antonio&Antonio, lancia in merito una proposta precisa: «Chiediamo a De Luca, sensibile su certi temi, di rivedere la sua decisione e di concedere una proroga fino al 15 ottobre sul limite di 20 persone. Così si eviterebbe di tagliare le gambe a una filiera immensa. Dopo il 15 ottobre, se i contagi non saranno scesi, si potrebbe partire con la restrizione». E poi c'è l'impasse traffico: «Confidiamo che la magistratura - prosegue Della Notte - con buon senso, dissequestri subito la galleria e si consenta così l'inizio dei lavori. Il traffico su via Chiatamone non può reggere. Tra perdite dovute all'ordinanza e al traffico, oggi un ristorante del Lungomare incassa il 50% in meno». Altro tema rovente è la limitazione dei convitati: «Ho sempre rispettato le regole anti-Covid - dice Vincenzo Politelli, proprietario di Terrazza Calabritto - E continuerò a farlo. Ma devo dire che la questione del massimo di 6 persone per tavolo è inaccettabile, e sarà molto complesso farla recepire ai clienti». «Entreremo in crisi. Le comitive che vengono al ristorante in più di 6 persone sono più del 50% del totale di presenze nel weekend», aggiunge Roberto Biscardi de I Re di Napoli. I gestori di locali non se la passano meglio: «Siamo fermi con la discoteca dall'8 marzo - racconta Francesco Sangiovanni del Teatro Posillipo - Avevamo riprogrammato le feste in questo periodo, e speravamo di ripartire con gli spettacoli rispettando i distanziamenti. A parte le grosse perdite economiche, questa ordinanza non ci permette di programmare nulla».

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All'incontro sul Lungomare avrebbe dovuto presenziare anche Carla Della Corte, neopresidente di Confcommercio Napoli, ma una riunione d'emergenza del direttivo regionale dell'associazione le ha impedito di arrivare in tempo. «Ci dispiace trovarci davanti a una presidenza delle Regione che non si confronta con noi quando emette ordinanze - spiega duramente al telefono - Non possiamo continuare a subire provvedimenti che non risolvono il problema sanitario, ma che creano solo criticità ad aziende in difficoltà. Bloccare i matrimoni e limitare le attività, col sovraffollamento dei mezzi pubblici cui assistiamo, non ha alcun senso.
De Luca ci dia finalmente un incontro oppure partiranno manifestazioni di piazza per esprimere il nostro dissenso». «L'ordinanza di De Luca ha provocato il caos»: così il sindaco de Magistris ha commentato il provvedimento di Palazzo Santa Lucia. «Ci fosse stato un evento imprevedibile - ha aggiunto - allora anche in 24 ore si potevano adottare misure urgenti, ma siamo nella stessa situazione di qualche giorno fa, quando si andava a votare e c'era il silenzio del presidente della Regione. Vorremmo più autorevolezza sui provvedimenti sanitari e non che si scarichi sempre sul cittadino, sul commerciante e sul lavoratore il tema pandemico. Nelle minacce retoriche del presidente, il colpevole è sempre il cittadino, mentre non risponde sul perché non c'è una rete di protezione sanitaria sufficiente».

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