Coronavirus a Napoli, riecco le passeggiate: cresce il rischio relax

Coronavirus a Napoli, riecco le passeggiate: cresce il rischio relax
di Paolo Barbuto
Martedì 7 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo agg. 12:49
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C'è il primo sole caldo, c'è aria di festa, c'è voglia di fuga dalle case e da una situazione opprimente. Tutto comprensibile, tutto ovvio e naturale, solo che non è possibile perché il virus è tutt'altro che sconfitto e ogni passo falso da parte nostra può fargli riprendere quota: dobbiamo contrastare il rischio-relax.

Ieri abbiamo perlustrato la città a caccia di napoletani che non rispettano le regole. Non abbiamo trovato capannelli e ressa poderosa ma ci siamo imbattuti in tantissime piccole violazioni che sono altrettanto pericolose perché possono generare un pericoloso effetto emulazione che in breve può trascinare le persone fuori di casa.

Per capire quel che accade ecco qualche episodio della giornata di ieri.
 


Metà mattinata, piazza Leonardo, la mamma torna dalla spesa con il bimbo per la manina. Si fermano all'espositore dei giocattoli di un'edicola, restano un bel po' a guardarli tutti, uno per uno. Cercano quello giusto da portare a casa, in certi momenti si guardano con amore e ridono di gusto. Poi il bimbo decide, prende un giochino, la mamma lo paga e vanno via felici.

Ovviamente la scena è stata meravigliosa e delicata, ma completamente fuori luogo in questo momento. Adesso provate a immaginare se dal balcone di un palazzo circostante un bimbo avesse visto quella scena e avesse iniziato a fare capricci per uscire finalmente anche lui un pochino e avere anche un giocattolo in regalo. Sarebbe sceso con la mamma e i bimbi sarebbero stati due, avrebbero attirato l'attenzione di tanti altri che avrebbero preteso di scendere come gli altri. Ecco perché quella dolcissima scena fra mamma e figlio è sbagliata.

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Mattinata avanzata, in cima al parco Viviani c'è uno slargo con due panchine. Su ognuna c'è un uomo che prende beatamente il sole, sono molto distanti l'uno dall'altro, dicono che «mica c'è possibilità di contagio se stiamo a questa distanza?», e tornano a chiudere gli occhi godendosi il sole.

Non c'è possibilità di contagio me c'è una domanda da porre: perché quei due possono prendere il sole e gli altri non possono? Il più giovane dice urlando (parliamo a grande distanza) che loro sono arrivati per primi e se avessero trovato qualcun altro sarebbero andati via. La risposta però non è corretta: attualmente in strada può starci solo chi ha un valido motivo e non chi vuol prendere il sole, perché se ognuno volesse andare in giro a prendere un po' di sole il virus tornerebbe a divorare l'Italia.

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L'avrete capito. Qui non si tratta di raccontare delle grandi resse, non si cercano racconti o fotografie clamorose perché in fondo è vero, la città sta rispondendo in maniera corretta, per la maggioranza. Però c'è sempre la minoranza subdola, quella che si ritiene più furba e fa ciò che vuole, quella che ieri abbiamo fotografato in coppia su un ciclomotore o che dopo aver fatto la spesa resta a chiacchierare per strada per ore; quella fatta di persone che scendono di casa cinque volte al giorno ogni volta con una scusa valida (pane, farmacia, giornalaio, cane, verdura) e non comprendono che non sono le scuse ad evitare la diffusione del virus ma la capacità di restare a casa. Se perfino il dottor Ascierto, l'uomo che sta combattendo in prima linea contro il virus, ha sentito il bisogno di lanciare il suo appello ai napoletani spiegando che ci ne sono troppe persone lungo la strada che percorre da casa all'ospedale, vuol dire che bisogna per davvero cambiare rotta.

Piccola chiosa finale sui proprietari dei cani.
Ieri in un'ora e mezza, dalle 10,30 a mezzogiorno, abbiamo contato sulla nostra strada un totale di 125 persone con il cane al guinzaglio. A noi sono sembrate troppe. 

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