Oltre il 30 per cento dei camici bianchi del 118 è fuori gioco a causa del Coronavirus: il 15 per cento dei contagi riguarda il personale della Asl Napoli 1 (10 medici, 10 infermieri, altrettanti operatori sociosanitari a cui vanno aggiunte anche alcune unità amministrative che lavorano nella Centrale operativa). Il resto delle defezioni e delle assenze per malattia da Sarscov-2 è invece a carico di autisti ma soprattutto infermieri delle Croci convenzionate con la Asl (Croce rossa e Bourelly). Defezioni che mettono in seria difficoltà un servizio già sotto pressione considerando la pandemia e le numerose chiamate di chi non riesce ad ottenere cure domiciliari tempestive, le attività aggiuntive a quelle svolte nell’ambito della rete di emergenza-urgenza tempo dipendente (trasporto dializzati Covid e non Covid) e il lavoro di ricognizione per il trasferimento nelle degenze attivate dalle Case di cura accreditate. Su questo fronte lavora infatti un’ulteriore postazione di centrale dedicata alla verifica i posti disponibili sulla piattaforme informatica allestita dalle Case di cura. «Il carico di lavoro è aumentato moltissimo - avverte Giuseppe Galano, responsabile della centrale 118 di Napoli e di quella regionale - sia per strada sui mezzi sia a livello di centrale. Nonostante tutte le precauzioni, i protocolli, la massima prudenza dei colleghi purtroppo scontiamo numerosi contagi, quasi tutti asintomatici o paucisintomatici ma capaci di determinare molti ostacoli al servizio».
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A pesare sono anche i turni ininterrotti che con l’uso continuo di tute e altri dispositivi di prevenzione rendono il lavoro degli operatovi gravoso. «Io ho sempre usato doppia mascherina, Fp2 e chirurgica, guanti, tute e visiere, che il direttore Galano ci ha sempre fornito eppure sono risultata contagiata - avverte Antonella Barbi, medico del 118 e delegata sindacale della Cisl - il virus è contagiosissimo e siamo continuamente a contatto con persone malate e positive.
I sindacati della medicina di famiglia Simg e Fimmg intanto hanno chiesto le dimissioni di Galano dopo la presa di posizione rispetto alla medicina del territorio, guardie mediche e medicina di famiglia. «Mi preme chiarire - puntualizza Galano - che molti colleghi della medicina territoriale sono di valore che stanno assolvendo al meglio alle funzioni assistenziali a cui sono chiamati e previste dai contratti ma nella catena dell’assistenza come in tutti i settori, c’è chi fa il proprio dovere e chi è meno attento».