Covid in Campania, allarme ambulanze del 118: contagiato il 30% dei camici bianchi

Covid in Campania, allarme ambulanze del 118: contagiato il 30% dei camici bianchi
di Ettore Mautone
Sabato 14 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 13:17
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Oltre il 30 per cento dei camici bianchi del 118 è fuori gioco a causa del Coronavirus: il 15 per cento dei contagi riguarda il personale della Asl Napoli 1 (10 medici, 10 infermieri, altrettanti operatori sociosanitari a cui vanno aggiunte anche alcune unità amministrative che lavorano nella Centrale operativa). Il resto delle defezioni e delle assenze per malattia da Sarscov-2 è invece a carico di autisti ma soprattutto infermieri delle Croci convenzionate con la Asl (Croce rossa e Bourelly). Defezioni che mettono in seria difficoltà un servizio già sotto pressione considerando la pandemia e le numerose chiamate di chi non riesce ad ottenere cure domiciliari tempestive, le attività aggiuntive a quelle svolte nell’ambito della rete di emergenza-urgenza tempo dipendente (trasporto dializzati Covid e non Covid) e il lavoro di ricognizione per il trasferimento nelle degenze attivate dalle Case di cura accreditate. Su questo fronte lavora infatti un’ulteriore postazione di centrale dedicata alla verifica i posti disponibili sulla piattaforme informatica allestita dalle Case di cura. «Il carico di lavoro è aumentato moltissimo - avverte Giuseppe Galano, responsabile della centrale 118 di Napoli e di quella regionale - sia per strada sui mezzi sia a livello di centrale. Nonostante tutte le precauzioni, i protocolli, la massima prudenza dei colleghi purtroppo scontiamo numerosi contagi, quasi tutti asintomatici o paucisintomatici ma capaci di determinare molti ostacoli al servizio». 

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A pesare sono anche i turni ininterrotti che con l’uso continuo di tute e altri dispositivi di prevenzione rendono il lavoro degli operatovi gravoso. «Io ho sempre usato doppia mascherina, Fp2 e chirurgica, guanti, tute e visiere, che il direttore Galano ci ha sempre fornito eppure sono risultata contagiata - avverte Antonella Barbi, medico del 118 e delegata sindacale della Cisl - il virus è contagiosissimo e siamo continuamente a contatto con persone malate e positive.

Mi sono accorta di averlo preso perché per un giorno ho avuto l’attenuazione dell’olfatto. Ho subito praticato il tampone e iniziato la terapia con eparina, cortisone e antibiotico e anche alcuni integratori, ancor prima di avere il responso poi risultato positivo. Mi sento bene ma sono in isolamento. Siamo tutti stremati. Come operatori del 118 abbiamo sottoscritto una nota di solidarietà al direttore Galano e auspicato che tutte le articolazioni della medicina territoriale possano conciliare le competenze. Lavoro in centrale operativa ed ho sotto gli occhi tutti i giorni le difficoltà che dobbiamo affrontare. Molti dializzati si sono contagiati e per fortuna sono state sottoscritte delle convenzioni con strutture accreditate, richieste che il Cotugno non poteva più sostenere. I mezzi vanno sottoposti a continue sanificazioni e riceviamo oltre 2mila richieste di soccorso giornaliere».

 

I sindacati della medicina di famiglia Simg e Fimmg intanto hanno chiesto le dimissioni di Galano dopo la presa di posizione rispetto alla medicina del territorio, guardie mediche e medicina di famiglia. «Mi preme chiarire - puntualizza Galano - che molti colleghi della medicina territoriale sono di valore che stanno assolvendo al meglio alle funzioni assistenziali a cui sono chiamati e previste dai contratti ma nella catena dell’assistenza come in tutti i settori, c’è chi fa il proprio dovere e chi è meno attento».
 

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