Covid in Campania, 50 nuovi ricoveri in ospedale: disponibili altri cento posti

Covid in Campania, 50 nuovi ricoveri in ospedale: disponibili altri cento posti
di Ettore Mautone
Giovedì 22 Ottobre 2020, 11:01 - Ultimo agg. 13:20
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Si fa sempre più acuta l'emergenza Covid e i posti letto di degenza disponibili sono centellinati: ieri in Campania ci sono stati ulteriori 50 ingressi in corsia di pazienti con gravi polmoniti. Il temuto sovraccarico viene monitorato giorno per giorno e fronteggiato con le attivazioni di posti letto programmate fino a raggiungere quota 1.651. Il carico assistenziale domiciliare produce, tra l'altro, ogni giorno una certa quota di nuove richieste di ricovero mediamente dopo una settimana o dieci giorni di cure. In base al bollettino regionale risultano 85 le unità di terapia intensiva attualmente occupate, sei in meno rispetto al dato del giorno prima, a fronte dei 227 posti di rianimazione attivi su base regionale che forniscono un discreto margine. Ma non tutti i malati Covid hanno bisogno di essere intubati: la «guerra» a SarsCov2 si gioca soprattutto nelle Unità di terapia sub intensiva e di degenza pneumologica e infettivologica. Qui sfiorano quota mille (996) i pazienti ospedalizzati, 50 in più del giorno prima e i posti letto di degenza complessivi restano 1.100. Le circa 100 unità ancora libere sono state tra l'altro attivate nelle ultime concitate 48 ore sulla base delle disposizioni dell'Unità di crisi a valere sui 700 posti letto programmati in aggiunta ai 977 previsti a luglio scorso. Il nodo vero è verificare in quanto tempo saranno attivati tutti e se si riuscirà effettivamente ad arrivare al numero fissato (1650) ed eventualmente andare oltre. 

 

In città la Asl Napoli 1 ha dato il via a 42 stanze nel Covid residence di Napoli est e trasferito nella day surgery del plesso principale i 30 pazienti ricoverati nei prefabbricati. Oggi si continua con altri dieci posti nell'unità spinale e otto di subintensiva. Il Covid modulare sarà devoluto solo alla Rianimazione con i primi 16 posti attivi da domani al posto degli attuali sei. Resta la difficoltà di allestire i turni di assistenza che coinvolgono medici specialisti di altre discipline. Per il malato Covid non è sufficiente somministrare farmaci, eparina, cortisone, antibiotici come in un qualunque reparto medico. Questi pazienti vanno monitorati e guardati costantemente da personale specializzato. Un'ulteriore opzione configurata nella cosiddetta Fase E, da scenario catastrofico, comporterebbe l'impiego dei posti letto delle Case di cura accreditate (compresi gli ospedali religiosi come Fatebenefratelli, Betania e Camilliani) su cui, in questo momento, con la sospensione delle attività ospedaliere ordinarie pubbliche, ricade gran parte del peso assistenziale multispecialistico.

Lo stesso accade sul fronte degli ambulatori territoriali, sospesi negli ospedali e attivi solo nei distretti Asl mentre la strada per accedere al comparto accreditato (laboratori, visite specialistiche, diabetologia, diagnostica per immagini) risulta sbarrata e percorribile solo a pagamento a causa dell'esaurimento dei tetti di spesa. «Il budget è sufficiente solo per la Radioterapia e la Medicina nucleare - avverte Pier Paolo Polizzi dell'Aspat - e dunque chiediamo a gran voce un addendum contrattuale». 

Con queste premesse è stata convocata nel pomeriggio di ieri una riunione straordinaria dell'Unità di crisi regionale per tracciare il punto della situazione. Il vertice si è tradotto invece nella denuncia, come «clamoroso falso», del servizio andato in onda martedì sera nel corso della trasmissione di Rai 3 e ripreso ieri dalla Tgr Campania. La registrazione della telefonata al 118 relativa alla mancanza di posti letto libri, era riferita al 10 ottobre vigilia della fase di potenziamento della rete Covid. «Stiamo monitorando 24 ore su 24 la situazione in Campania - afferma Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, Sindacato infermieri italiani - attraverso i nostri referenti regionali abbiamo un quadro allarmante. a rischio collasso. I posti letto in terapia intensiva ci sono ma mancano i respiratori e il personale e chi tra i colleghi opera in prima linea contro il Virus lo fa da precario. Su 21 infermieri solo sei sono contrattualizzati e il Cardarelli e il San Giovanni Bosco sono ai primi due posti per infermieri contagiati». L'unico dato positivo della giornata di ieri è la diminuzione di pazienti in Terapia intensiva ma ben 23 decessi nell'ultima settimana.

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