Covid in Campania, De Luca apre: «L'epidemia è alle spalle ma continuiamo a essere responsabili»

Covid in Campania, De Luca apre: «L'epidemia è alle spalle ma continuiamo a essere responsabili»
di Ettore Mautone
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:23
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«Il Covid? Ormai lo abbiamo alle spalle ma a condizione che facciamo le persone serie e responsabili». A dirlo, esprimendosi con ottimismo sul futuro della pandemia ma invitando al contempo alla prudenza, è stato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca intervenuto all'inaugurazione del nuovo complesso operatorio dell'ospedale di Pozzuoli. Qual è dunque il quadro reale, numeri alla mano, dell'epidemia in Campania? 

I dati sono effettivamente incoraggianti: l'ultima settimana ha segnato un forte calo dei contagi giornalieri e dunque anche dell'incidenza, ossia il numero dei casi contati in una settimana per 100 mila abitanti. L'abbassamento della curva, che ha raggiunto il picco a metà dello corso gennaio, è stato negli ultimi sette giorni di circa il 20%. La stessa tendenza si nota per il tasso di occupazione delle terapie intensive (meno 12% in Campania contro il 17 per cento del quadro medio nazionale), con un miglioramento anche riguardo all'esito finale della malattia ma solo dagli ultimi giorni. I decessi infatti restano sostanzialmente stabili rispetto al picco dei contagi in gennaio: mediamente sono calati del 20% in Campania, ma solo negli ultimi sette giorni, a fronte del 14% del dato nazionale. Nell'ultima settimana si sono contati in media 27 morti al giorno mentre erano 35 una settimana fa, 29 due settimane fa e 20 quattro settimane fa. Segni di miglioramento netti invece arrivano invece dalle corsie dei Covid center: a domenica scorsa erano 75 le unità di rianimazione occupate contro le 78 di una settimana fa, 88 due settimane fa e 87 il mese scorso. Ieri sono scese ulteriormente a quota 65. Infine l'incidenza: questa settimana in Campania la media dei contagi giornalieri è stata di 6.940 casi mentre erano 9.285 una settimana fa, 11.350 due settimane fa e 21.800 quattro settimane fa.

Le infezioni per 100 mila abitanti, in questa settimana, sono finalmente scese sotto mille (970 casi ogni centomila abitanti negli ultimi sette giorni) contro un valore di 1.260 una settimana fa, 1.536 due settimane fa e 2.281 quattro settimane fa. Tutti numeri che messi in fila forniscono un univoco responso: la febbre epidemica che sta scendendo e con questo trend, nell'arco della fine del prossimo mese di marzo (fatta salva l'incognita di altre eventuali sotto-varianti) l'ondata di piena del fiume Omicron sarà definitivamente alle nostre spalle e tutti gli ospedali potranno tornare al lavoro ordinario. In controtendenza arriva solo il dato di ieri che con 7.614 nuovi positivi al Covid (quasi quanto quelli di mercoledì scorso) su 57.868 test eseguiti vede salire un po' la percentuale di positività al tampone che raggiunge il 13,15% dal 12,31 del giorno precedente. Nelle ultime 48 ore si sono registrate inoltre 19 vittime a cui si aggiungono sette decessi risalenti ai giorni precedenti. In netto miglioramento, tuttavia, la situazione ricoveri: i Covid center respirano con i posti letto occupati nelle intensive che scendono a 65 (-8), e quelli in degenza a 1.155 (-58).

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Il panorama assistenziale della Campania, in prospettiva post-Covid, dovrà ora fare i conti con l'impennata delle liste di attesa, gli screening rimasti al palo e controlli e visite da recuperare in tutte le discipline. Lo sforzo da mettere in campo è anche organizzativo: l'idea a cui sta lavorando l'unità di crisi regionale è allestire in ogni provincia un ospedale di 100 o 200 posti letto, in grado di assicurare cure per varie specialità mediche e chirurgiche a malati in cui il Covid sia presente ma senza causare una malattia acuta bensì sovrapponendosi, spesso in maniera silente, ad altre situazioni cliniche. A tale funzione si sta attrezzando ad esempio il Cotugno, con sale operatore per la chirurgia e un'emodinamica per gli infartuati. L'ospedale, inserito nell'azienda dei Colli di Napoli, può inoltre contare sul costante appoggio del Monaldi e Cto per le altre discipline. A complicare lo scenario è tuttavia la grave carenza di personale che soprattutto in alcune discipline non consente, ad esempio, di riaprire i pronti soccorsi soppressi in questi mesi per fare posto ai Covid center. È il caso del Loreto Nuovo e del San Giovanni Bosco a Napoli in cui mancano specialisti di varie discipline. Servizi carenti, corsie e reparti disarticolati, turni scoperti richiedono una complessa quadratura del cerchio cui non sarà facile venire a capo senza l'immissione in servizio di forze nuove. Nè i sindacati della dirigenza medica sono disposti ad accogliere al loro fianco colleghi arruolati dalle agenzie interinali come in alcune Asl si è ipotizzato. 

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