Messe domenicali disertate i vescovi campani ai fedeli: «Chiese sicure, niente paura»

Messe domenicali disertate i vescovi campani ai fedeli: «Chiese sicure, niente paura»
di Susy Malafronte
Martedì 16 Febbraio 2021, 09:51
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L'effetto Covid si fa sentire anche sulla partecipazione alle celebrazioni religiose. A un anno dall'inizio dell'emergenza, i dati in possesso della Conferenza episcopale campana sono da allarme rosso: i fedeli che la domenica si ritrovano a messa sono calati dell'80 per cento. Di converso, fanno registrare numeri da record le visualizzazioni delle funzioni religiose in remoto, messe domenicali ma non solo, che arrivano nelle case attraverso i canali televisivi e i social.

La fede insomma non si è spenta e anzi queste nuove forme di comunicazione sono molto apprezzate dai credenti. «Però recitare il Rosario via social non è la stessa cosa che farlo nella casa del Signore», affermano i vescovi della Conferenza campana, che si sono riuniti nella sede operativa del Santuario di Pompei ed hanno scritto una lettera ai fedeli esortandoli a «non aver paura di entrare in chiesa».

Nel messaggio, intitolato «Con prudenza e coraggio creativo» e inviato anche ai sacerdoti e a quanti sono impegnati nella difficile ripresa delle attività pastorali, c'è l'esortazione a riscoprire «la centralità dell'Eucarestia domenicale». «Non possiamo accettare - scrivono i vescovi - che si radichi nel nostro popolo la mentalità di ritenere che l'Eucarestia rientri tra i beni considerati non necessari, né l'opinione secondo la quale assistere alla Messa in televisione sostituisca la partecipazione in presenza all'Eucarestia». Perciò i vescovi esortano «vivamente» i fedeli a «partecipare all'Eucarestia domenicale, superando la paura e avendo fiducia nelle garanzie di sicurezza delle nostre chiese».

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I NUMERI
Bassa affluenza in chiesa significa anche meno confessioni e minori proventi dalle offerte, con quel che ne consegue per le attività di assistenza sociale. Un esempio lampante viene dal Santuario della Vergine del Rosario di Pompei, che in condizioni normali può accogliere fino a 6mila fedeli. Nel rispetto delle distanze anticontagio, però, oggi la messa in presenza consente l'accesso solo a 295 fedeli. Nel 2020, tra le due Suppliche, il rito del bacio del Quadro del 13 novembre, la chiusura del mese mariano e il Buongiorno a Maria di maggio e ottobre, il Santuario ha «perso» 300mila pellegrini. Numeri altissimi che hanno molto penalizzato le offerte, uno dei principali mezzi di sostentamento delle opere di carità create dal Beato Bartolo Longo. In questi mesi l'arcivescovo Tommaso Caputo non ha mai fatto mancare gli aiuti agli ultimi, in modo particolare ai minori, ma è chiaro che i problemi non mancano.

«Lo spirito di questo nostro intervento - scrivono i vescovi - è quello di dare entusiasmo e di trasmettere il messaggio che dobbiamo riprendere il cammino e rimetterci in gioco, senza attendere altri tempi. Diciamo no all'accidia - continua il messaggio - che potrebbe far morire il cammino delle nostre comunità. Vi esortiamo ad avere uno sguardo di speranza, come ci ha invitato a fare Papa Francesco: Per adorare il Signore bisogna anzitutto alzare gli occhi: non lasciarsi cioè imprigionare dai fantasmi che spengono la speranza, e non fare dei problemi e delle difficoltà il centro della propria esistenza. Ciò non vuol dire - concludono i vescovi campani - negare la realtà, fingendo o illudendosi che tutto vada bene. No. Si tratta invece di guardare in modo nuovo i problemi e le angosce, sapendo che il Signore conosce le nostre situazioni difficili. Quando fissiamo l'attenzione esclusivamente sui problemi, rifiutando di alzare gli occhi a Dio, la paura invade il cuore e lo disorienta».

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