Covid a Napoli: «Al Cotugno ampliate le sub intensive, quasi tutti No vax»

Covid a Napoli: «Al Cotugno ampliate le sub intensive, quasi tutti No vax»
di Ettore Mautone
Sabato 8 Gennaio 2022, 09:37 - Ultimo agg. 18:27
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Migliora un po' l'ingorgo dei posti letto al Cotugno dove ci sono 2 unità libere in terapia intensiva (per altrettanti decessi) a fronte del tutto esaurito per i 231 posti di degenza e sub intensiva: «Bisogna vaccinarsi e da immunizzati essere ugualmente prudenti usando mascherine e distanziamento - spiega Nicola Maturo, primario del Pronto soccorso del Cotugno - abbiamo programmato la riattivazione di un reparto infettivologico in ristrutturazione dotato di 16 posti ordinari mentre la sub intensiva si amplia con una terza linea passando da 32 a 48 posti ma se continua questo afflusso massiccio di pazienti andremo in default».

E in effetti resta critica la situazione generale in città con il Cardarelli che ha tutti i 60 posti letto occupati al Padiglione M che riguarda pazienti Covid con altre patologie (in rianimazione ci sono 3 intubati, 2 non intubati e 3 unità libere con 5 deceduti nelle ultime 24 ore).

Così all'Ospedale del mare dove ci sono 34 su 47 posti occupati e 5 sui 16 attivi nei modulari di terapia intensiva. Sono infine, 34 su 50 al Loreto Nuovo, mentre la Asl sta per attivare al San Giovanni Bosco quattro unità specialistiche di Ortopedia, Chirurgia, Ginecologia e Cardiologia Covid come richiesto a tutte le Asl dall'Unità di crisi regionale.

Dottor Maturo come pensate di fronteggiare questo picco epidemico di Omicron?
«La prima regola resta quella di vaccinarsi, la seconda essere prudenti con l'uso sistematico delle mascherine Ffp2 e l'igiene scrupolosa delle mani».

Molti sono convinti che Omicron sia poco più che un raffreddore?
«Nulla di più errato. Forse sarà così per i giovani ma intanto ieri abbiamo intubato un 35enne direttamente in pronto soccorso. In ospedale abbiamo sequenziato a campione. Il 50 per cento dei malati sono colpiti dalla versione Delta del virus e l'altra metà da Omicron. Il problema sorge per la massima contagiosità di quest'ultima variante che colpisce praticamente un napoletano su 50. Quindi tra questi ci sarà sempre qualcuno con una patologia o un'età avanzata che lo rende fragile. Pazienti che, soprattutto se non vaccinati, finiranno in ospedale senza contare il tracollo delle cure a casa».

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Quanti sono i ricoverati vaccinati e quanti non vaccinati?
«Il 70 per cento dei nostri è privo di scudo vaccinale sebbene solo il 20 per cento della popolazione non ha fatto alcuna dose. Il resto sono vaccinati con due dosi ma da troppo tempo e dunque con un calo della difese. Ci sono sporadici casi con tre dosi tra i più anziani e malati a riprova che il virus colpisce sempre i più fragili. Vorrei ancora una volta sottolineare che il vaccino è fondamentale: il virus è mutato e la protezione non è al 100 per cento. E molto importante essere prudenti seppur vaccinati».

Come mai ci troviamo allo stesso punto o quasi di un anno fa?
«Non è esattamente così: oggi è tutto aperto, un anno fa eravamo in lockdown, c'erano il doppio dei decessi e delle terapie intensive e quattro volte i ricoveri di oggi. Semmai paghiamo il prezzo del liberi tutti e della libertà concessa nelle festività, la movida senza regole senza contare e la scia lunga delle micce nelle scuole che ora esploderanno visti i pochi vaccinati tra i giovanissimi e i ragazzi. Tanti malati tutti insieme manda in tilt l'assistenza».

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