Covid nei bambini, Ludovica ricoverata 20 giorni al Santobono: «Ha curato il trauma con una fiaba»

Covid nei bambini, Ludovica ricoverata 20 giorni al Santobono: «Ha curato il trauma con una fiaba»
di Ettore Mautone
Venerdì 11 Febbraio 2022, 07:10 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 08:25
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C'era una volta Gigi, il dottore magico: così iniziano tutte le favole. Come quella che ha scritto Ludovica, 11 anni, la passione per il pattinaggio, la vita a Noale dove è nata, in provincia di Venezia, con i genitori e la sorella di 13 anni e mezzo. Il papà, progettista meccanico, è originario di Mugnano. La mamma, invece, ha la famiglia a Ponticelli.

Chi è Gigi? Un medico immaginario che impersona tutto lo staff del Santobono che ha curato la piccola durante le feste di Natale. La bambina, venuta in città con i genitori per incontrare i nonni, è stata infatti ricoverata per più di due settimane nell'ospedale pediatrico partenopeo per una sindrome Mis-C, una malattia iperinfimmatoria molto temibile che si sviluppa a distanza di un mese e mezzo da un Covid spesso asintomatico che si presume abbia colpito la piccola senza che se ne sia mai accorta.

Tornata a Venezia ha scritto una favola, una storia immaginaria, in cui la piccola ha rielaborato la sua vicenda traumatica ma a lieto fine raccontando così la sua esperienza.

Scritto che i genitori di Ludovica hanno spedito ai medici e sanitari del Santobono in segno di riconoscenza. «Tempo fa, in un paesino lontano, viveva Gaia - scrive Ludovica - una bambina molto solare ed energica. Gaia da giorni non stava bene e allora la mamma e il papà decisero di portarla in ospedale dove incontrarono dottori vestiti con un camice verde e ciabatte bianche e in testa avevano un cappello colorato. Gaia fu portata in una stanza dai dottori che la visitarono ma dopo ore e ore nulla da fare, i dottori non capivano cosa poteva avere la bambina. Si confrontarono tra loro e poi arrivò Gigi, barba lunga e grigia e i capelli bianchi e sopracciglia folte. Era molto simpatico, gli piaceva fare battute che in realtà facevano ridere solo lui. Si scoprì poi che non era solo un dottore ma uno scienziato che faceva pozioni magiche». 

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E proprio da una di queste «pozioni magiche», in realtà anticorpi monoclonali usati al Santobono sin dalla prima ondata epidemica per curare la particolare sindrome, la situazione clinica di Ludovica, che aveva preso una brutta piega, è stata risolta. «Mi è stato detto dai medici del Santobono - racconta la mamma - che Ludovica forse aveva contratto un Covid asintomatico nel mese di novembre. È una bambina molto attiva, fa da sei anni pattinaggio agonistico e siamo sempre molto attenti. Proprio per lo sport aveva fatto a settembre e ottobre dei tamponi che in realtà sono sempre stati negativi e anche prima di partire per Napoli, il 22 dicembre, le avevo fatto fare in farmacia un antigenico rapido negativo». La bambina il 27 dicembre presenta febbre alta, poi vomito e diarrea e picchi di temperatura che superano i 40. «Eravamo ospiti di mia suocera a Mugnano di Napoli - racconta ancora la mamma - ma ci rivolgemmo a una pediatra, la dottoressa Margherita Iodice, prima telefonicamente e poi, dopo inefficacia di un antibiotico, di persona allo studio. Pensavamo a un'influenza». È il 30 dicembre: la bambina ha una forma di malessere ma non si capisce cosa sia. Il primo gennaio si va al Santobono. «È stata quasi tre settimane lì. Nonostante il contesto Covid Ludovica è stata coinvolta dal rapporto con altri compagni. Ha fatto amicizia con un bambino di 6 anni di Procida. Si sono fatti compagnia, visto la tv e giocato insieme. I primi giorni terribili si sono stemperati in questo clima di accoglienza e di professionalità». 

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