Covid in Campania, il rebus del ritorno a scuola: mancano i vaccini per gli studenti

Covid in Campania, il rebus del ritorno a scuola: mancano i vaccini per gli studenti
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 7 Luglio 2021, 23:01 - Ultimo agg. 9 Luglio, 07:02
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A poco più di due mesi allo squillo della prima campanella, le istituzioni fanno i conti con la campagna vaccinale del personale scolastico che permetterebbe una ripartenza con maggiore sicurezza. Il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha sottolineato che circa 200mila docenti non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino e vanno intercettate prima di settembre. Non in Campania, che è una regione virtuosa: il 100% del personale scolastico (152.019 unità) ha ricevuto la prima dose, mentre la seconda dose è stata inoculata al 91%. La migliore performance a livello nazionale, seguita dal Friuli Venezia Giulia con 100% con la prima dose e l’85% con la seconda, mentre la Sicilia è ultima con 61mila unità (43,58%) che non hanno ricevuto neanche la prima dose. Ma la scuola non è soltanto composta da docenti, Ata e amministrativi ma anche, e soprattutto, dagli studenti. Per il presidente Vincenzo De Luca occorre completare la vaccinazione per gli under 18 altrimenti «le scuole non possono aprire». In questo caso le percentuali di ragazzi nella fascia 12-19 (quindi studenti) vaccinati non sono così performanti: su 509.030 residenti ha aderito il 41.6%, di cui il 78% ha ricevuto la prima dose e il 14% la seconda. Restano, tuttavia, le perplessità per le terze dosi autunnali sui docenti e sulla stessa disponibilità dei vaccini.

Il governatore della Campania parla di «un piano straordinario per gli studenti» e l’Unità di crisi regionale sta conteggiando minuziosamente la popolazione studentesca che dovrebbe ricevere il vaccino. Le categorie esistenti, infatti, sono suddivise per fasce d’età e quella 20-29 potrebbe contenere una percentuale di giovani ripetenti che sono ancora alle superiori di secondo grado. Altra valutazione che va fatta è quella di verificare che i supplenti, fortemente incrementati da quando è scoppiata la pandemia in sostituzioni di migliaia di docenti fragili, abbiano ricevuto entrambe le dosi ma è un controllo non facile senza il sostegno delle graduatorie dell’Ufficio scolastico regionale. Tuttavia le dosi ricevute per luglio sono utili per i richiami di chi si è vaccinato il mese scorso, quindi la possibilità di vaccinare gli under 19 non c’è. Se però dovesse arrivare un surplus, la Regione attiverà immediatamente un’Open Day per gli studenti.

Intanto, le adesioni all’Asl Napoli 1 sono state 31.604; Napoli 2 38.354 e Napoli 3 38.124, ma come sappiamo ci sono state numerose defezioni. A ricevere la prima dose sono stati rispettivamente 29.095, 32.091 e 22.932, mentre la Napoli 1 ha registrato maggiore solerzia con le seconde dosi che sono state ben 6.423, mentre nella Napoli 2 solo 2.750 e nella Napoli 3 appena 1.437.

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Che De Luca voglia tutto il mondo della scuola vaccinato, per iniziare così l’anno col piede giusto, è chiaro. Ma la sua posizione ha raccolto un animato dissenso da parte dei comitati di genitori che già con le ordinanze di chiusura della didattica in presenza l’anno scorso gli hanno dato battaglia. «I genitori e gli insegnanti dell’Associazione Scuole aperte Campania e Rete Nazionale Scuola in Presenza sono contrari a qualunque tipo di condizionamento per la presenza a scuola dei ragazzi. Non sussiste alcun tipo di obbligo vaccinale attualmente in Italia e vogliamo che venga rispettata la volontà di tutti. Inoltre, rivendicare la libera scelta in tal senso non autorizza nessuno a etichettarci come no-Vax, e diffideremo formalmente chiunque dal farlo». La replica a De Luca non lascia spazio a fraintendimenti, le cui dichiarazioni sono state considerate «illegittime e gravi». D’altra parte il sindacato nazionale Dirigenti/scuola che oggi terrà un sit-in a Roma davanti alla sede del ministero, chiede «l’obbligo vaccinale per tutti gli insegnanti, come per i medici, a basta Dad». 

Non essendo mutate le regole del Cts sul distanziamento in aula, la Dad sarà comunque inevitabile e i sindacati ritornano a richiamare l’attenzione sulle classi pollaio. «Senza il recupero di 100mila classi nuove a settembre la Dad dovrà essere una scelta obbligata per evitare la terza ondata», dichiara il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, per il quale è «necessario azzerare il fenomeno delle classi pollaio e aumentare gli organici, non solo per permettere realmente il distanziamento sociale, ma anche per ottimizzare gli apprendimenti dei nostri studenti». Tema condiviso anche da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, il quale spiega che «se oggi decidessimo di formare classi di 20 alunni non avremmo le aule. Per creare aule e costruire scuole servono alcuni anni. Quali sono i piani edilizi degli enti locali? Se non si danno una mossa continueremo ad avere il problema del sovraffollamento delle aule». 

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