Crisi, boom di indebitati a Napoli: «Sos dinanzi al giudice»

Crisi, boom di indebitati a Napoli: «Sos dinanzi al giudice»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 6 Settembre 2021, 11:35
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Due o tre per ogni udienza. Hanno un plico di carte che racconta la loro storia e sono accompagnati da un avvocato. Una ventina al mese, dinanzi alla stessa sezione del Tribunale di Napoli: non sono imputati, sono indebitati. Hanno vinto ogni riserva, sono usciti allo scoperto, decisi a rivolgersi a uno strumento giuridico di recente definizione, che consente di fare una cosa fino a qualche tempo fa impensabile: abbattere il carico di debiti cumulati con le banche, con il padrone di casa (o di un locale adibito a negozio), con il Comune (o lo Stato in generale), tra Imu, Tari e tasse varie (per non parlare di alcune finanziarie che ti danno soldi subito con tassi di interesse da spalmare per il doppio degli anni che ti restano da vivere). 

Lunedì di inizio settembre, torre A, sedicesimo piano, Tribunale delle imprese, sportello pieno. Eccoli, gli indebitati che si rivolgono al giudice. Rispetto a due anni fa (o comunque a un periodo pre covid), sono decisamente di più: c'è stato un boom di richieste, con una impennata del 25 per cento da un anno all'altro. Ma ciò che conta di più, a valutare le richieste presentate in questi giorni, è l'analisi del corpo sociale che si rivolge ai giudici: negli ultimi mesi, sono soprattutto cittadini che non ce la fanno a stare al passo con spese mediche e alimentari. Non solo commercianti e imprenditori, dunque, ma sempre più padri di famiglia, che vengono travolti dalla crisi che si è abbattuta sulle nostre vite con la pandemia e con le ripercussioni economiche della crisi sanitaria. Ma proviamo a fare chiarezza, alla luce di quanto spiega al Mattino il giudice Nicola Graziano, presidente del Tribunale delle imprese (da sempre coordinatore di un settore strategico come quello legato all'istituto dell'indebitamento).

Spiega il giudice: «Più del 50 per cento delle istanze di accesso agli istituti del sovraindebitamento è rivolta da famiglie e insolventi civili». In questo senso, i dati della Campania (e di Napoli) sono i più alti, assieme a quelli della Sicilia. Ed è ancora il giudice a confermare un dato choc, a proposito della nuova clientela dell'ufficio del Tribunale civile di Napoli: «Ci sono imprenditori e lavoratori dipendenti che provano a sfuggire all'usura, ma anche pensionati afflitti da spese alimentari e mediche, alle prese con il rischio della perdita di un bene primario come la prima casa, esposta a procedure esecutive immobiliari». Dunque, bollette e fitto, tasse e mutuo, ma soprattutto cure mediche e alimentari. Qualche esempio lo racconta sempre il giudice Graziano, ovviamente tutelando la privacy dei cittadini che attraversano l'ingresso del Tribunale, nella speranza di ottenere una risposta rispetto alla propria esposizione debitoria.

Ma come è possibile falcidiare fino all'ottanta per cento il proprio debito? Spiega il presidente Graziano: «In genere il giudice valuta la meritevolezza del richiedente. Occorre dimostrare di non essere protagonisti di una condotta non decorosa. Se sei un lavoratore o comunque un cittadino che ha sempre assolto i propri doveri e se sei alle prese con qualcosa di estemporaneo, come per esempio la perdita di lavoro per colpa di una causa esterna come la pandemia, è possibile intervenire. È possibile modulare i propri interventi, facendo leva sulle banche, su organismi finanziari, garantendo quello che chiamiamo processo di esdebitazione». 

Qualche esempio concreto? «Ho defalcato un credito vantato da una banca nei confronti di un cittadino del 90 per cento, dimostrando che non era possibile pretendere di più. Parlo di un uomo che si è ritrovato alle prese con la perdita del reddito (causa pandemia), una moglie ammalata di tumore, l'onere di un mutuo sulla prima casa o sul fitto. Purtroppo di queste storie ne vediamo tante: gestori di bed and breakfast, albergatori, baristi, tassisti, ma anche liberi professionisti, parliamo di persone che all'improvviso non riescono a sostenere spese che un tempo erano alla loro portata. Ma c'è un'ultima riflessione da parte del magistrato e riguarda la percezione culturale che i napoletani hanno nei confronti della possibilità di rivolgersi al giudice: «I numeri a cui ho fatto riferimento sono in aumento, ma rappresentano ancora una punta di iceberg. Per salire questi sedici piani, bisogna avere la forza di mettersi a nudo, nella coscienza di essere meritevoli: sappiamo che non è facile».

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