Delitto a Boscoreale, minore confessa
«Sono stato io, non volevo uccidere»

Delitto a Boscoreale, minore confessa «Sono stato io, non volevo uccidere»
di Dario Sautto
Martedì 17 Marzo 2020, 09:32
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Ha appena 17 anni e si è consegnato spontaneamente ai carabinieri dicendo di essere l'assassino del 30enne Antonio Rivieccio, il giovane di Torre del Greco ucciso da un colpo di pistola la notte tra martedì e mercoledì. Il giovane ha indicato anche il luogo in cui avrebbe fatto sparire la pistola dopo l'omicidio, in un tratto del fiume Sarno dove la corrente è molto forte. Si è presentato domenica in caserma a Torre Annunziata accompagnato dal suo avvocato, Alessandro Pignataro, spiegando di aver premuto lui il grilletto. «Ma non volevo ucciderlo» ha detto agli investigatori, che hanno raccolto la sua confessione e, d'accordo con la Procura di Torre Annunziata, hanno trasmesso l'intero fascicolo alla Procura per i minorenni di Napoli. Adesso il 17enne, residente al Piano Napoli di Boscoreale, è stato sottoposto a fermo, in attesa della convalida del gip prevista stamattina. Il giudice scioglierà i tanti dubbi sulla confessione e su alcune incongruenze tra il racconto e le prime risultanze investigative. E, soprattutto, sulla contestazione al giovane indagato, sospesa tra omicidio volontario e omicidio preterintenzionale. Il 17enne avrebbe sparato al culmine di una lite o per vendicarsi di un affronto avvenuto poco prima. Un dettaglio non da poco, che potrebbe far mutare l'accusa nei suoi confronti. La vicenda si è verificata all'isolato 10 del Piano Napoli di via Settetermini a Boscoreale. Rivieccio era in compagnia della fidanzata che, con un'altra donna, lo accompagnò al pronto soccorso dell'ospedale di Boscotrecase con una ferita alla coscia, risultata fatale. L'unico colpo andato a segno, infatti, aveva reciso l'aorta femorale, causando un'emorragia incontrollabile per i medici.
LE INDAGINI
Nel frattempo, sul caso sono subito scattate le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata e della stazione di Boscoreale. Gli esperti del nucleo investigativo hanno trovato sul luogo della sparatoria tre bossoli calibro 7,65. Chi aveva sparato avrebbe mirato alle gambe, per ferire Rivieccio e non per ucciderlo: almeno è questa una delle ipotesi, che combacerebbe con la confessione del 17enne. La sua versione, però, non convince totalmente gli investigatori, che si sono avvalsi della collaborazione dei sommozzatori dei vigili del fuoco per provare a recuperare la pistola: ma ormai la corrente potrebbe aver spostato di decine di metri l'arma del delitto. Questa mattina il baby killer reo confesso sarà dinanzi al giudice per l'interrogatorio di convalida. In questa sede potrebbe fornire la versione definitiva (e convincente) sulla vicenda. La cosa inquietante resta la facilità con la quale un minorenne abbia reperito una pistola per far fuoco. Nel frattempo, le indagini sulla vittima avevano consegnato un quadro abbastanza chiaro agli investigatori, che fin dal primo momento avevano escluso potesse trattarsi di un agguato di camorra. Tornato libero da poco più di una settimana, Antonio Rivieccio aveva diversi precedenti per estorsione e rapina, ma era ritenuto lontano dagli ambienti dei clan di Torre del Greco e di Boscoreale. Dopo aver trascorso gli ultimi mesi in una comunità, Rivieccio - ex nazionale juniores di pallamano quella tragica sera era andato a trovare la fidanzata che vive proprio in quel rione.
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