Bomba a don Patriciello, un capoclan: «L'hanno messa per dare la colpa a noi»

Bomba a don Patriciello, un capoclan: «L'hanno messa per dare la colpa a noi»
di Marco Di Caterino
Mercoledì 30 Marzo 2022, 08:00
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I segreti svelati della faida. Le voci di dentro della cosca Landolfo captate dalle cimici ambientali piazzate dai carabinieri nel salotto di casa del boss Pasquale, decisive per l'arresto, avvenuto due notti fa, dell'uomo, di sua moglie, la figlia e quattro affiliati. È davvero una radiografia impietosa quella descritta nelle 60 pagine dell'ordinanza dei fermi disposti dalla Dda di Napoli, pagine che fanno luce sullo scontro acceso dai Landolfo contro i Cristiano-Mormile a Frattaminore, prima da soli e poi insieme ai Monfregolo. Fra timori, progetti di un triplice omicidio per punire gli autori del raid contro le pizzerie a Frattamaggiore, e il duplice ferimento, ad Arzano, di Antonio Alterio, fratello del ras Raffaele detto o sceriffo, e di Daniele Laperuta, il contrasto con il clan Ciccarelli di Caivano che non era diventato guerra solo per i continui sequestri delle loro armi da parte dei carabinieri, fino a «quei cornuti che hanno messo la bomba in chiesa», parole testuali di Pasquale Landolfo che commenta così l'attentato a don Maurizio Patriciello. Commento che si spiega con il timore che il raid venga addebitato al suo gruppo che si è infilato in una situazione senza uscita. 

A questo proposito, la moglie Assunta Esposito, intercettata, rivela a una sua amica dopo la stesa in via Umberto I (4 marzo): «Tutte le sere sparano...tutte le sere. Però non si sa se sono loro o qualcun altro», non sapendo se erano stati quelli del gruppo Cristiano-Mormile o addirittura suo marito. E ancora, dopo il sequestro di armi e droga in un'area condominiale del palazzo dove abita Pasquale Landolfo, la moglie infuriata dice: «Questi li hanno mandati. Hanno anche trovato le cose (le pistole)»; poi rivolgendosi ancora al marito, preoccupata, sbotta: «Le hai fatto pulire?». Stessa preoccupazione per la figlia Carmela (arrestata nel blitz), che aveva appena portato le armi da Frattamaggiore nascoste nella biancheria intima. E poi i conti che non tornano per il sequestro di un'ingente quantità di crack: «Metti un post - dice Francesca Cipoletti, appena tornata da una settimana Sharm el-Sheikh - che qui, in via Turati, arriva troppa gente.

Ci sono le guardie dappertutto». 

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Interessante la lettura dell'attentato a don Maurizio e il manifesto a lutto per Biagio Chiariello. Uno dei figli di Pasquale Landolfo, rivolgendosi al padre lo ragguaglia quanto contenuto in due articoli. Il boss afferma: «È stato qualche cornuto che ha messo la bomba e il manifesto. Capisci... sono stati loro (i Cristiano-Mormile, ndr) per dare la colpa a noi e a quelli di Arzano (i Monfregolo). Noi contro la Chiesa...non esiste!!! Uccidiamoci tra noi, ma la Chiesa è sacra», e giù improperi irripetibili. Infine, pagine dedicate al progetto di uccidere in un agguato «quei tre muccosi che hanno sparato alle pizzerie a Frattamaggiore e ferito i due amici di Arzano», rimasto tale per mancanza di armi e per il decreto di fermo della Dda, quanto mai tempestivo, che ha evitato un nuovo bagno di sangue. Oggi alle 10 si terra l'udienza di convalida dei fermi per i sette. 

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