Emergenza rifiuti a Napoli, il Comune nega tutto e il ministro accusa: «Persi quattro anni»

Emergenza rifiuti a Napoli, il Comune nega tutto e il ministro accusa: «Persi quattro anni»
di Daniela De Crescenzo e Gennaro Di Biase
Martedì 3 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 15:42
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La città è sporca? Colpa delle luminarie. Un nuovo ostacolo sbarra la strada dell'Asia, la partecipata del Comune di Napoli incaricata della raccolta dei rifiuti. Spiegano al Comune che le luci di Natale nelle vie del centro sono state posizionate in maniera da rendere difficile il lavoro dei compattatori forniti di bracci laterali, una sorta di gru che quando entrano in azione rischiano di fare piazza pulita delle lampadine. E quindi in molte vie del centro non è stato impossibile svuotare le campane posizionate vicino ai pali dell'illuminazione. Una situazione a cui sarebbe stato già posto rimedio.

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Ma naturalmente, se la spazzatura resta in strada la colpa non è solo della nuova illuminazione. Secondo l'assessore all'ambiente Raffaele Del Giudice, domenica, grazie all'apertura straordinaria del tritovagliatore (stir) di Caivano, sono state recuperate quasi tutte le giacenze e adesso resta da prendere i sacchetti abbandonati intorno alle campane. Ma ieri le strade si sono mostrate ancora sporche e piene soprattutto di bustoni contenenti plastiche e imballaggi vari. Disastri provocati anche dall'inciviltà di alcuni cittadini e dei commercianti che abbandonano i rifiuti sulla via invece di tenerli negli appositi contenitori da sistemare nei magazzini. E quindi soprattutto bar, pub, pizzetterie, friggitorie e ristoranti contribuiscono massicciamente ad insozzare. Resta da capire, però, perché sia esplosa una situazione che fino a qualche settimana fa sembrava sotto controllo.

Secondo il ministro Sergio Costa il problema era e resta la carenza impiantistica. «Si devono fare gli impianti di compostaggio, bisogna accelerare altrimenti in primavera con i primi caldi ci saranno difficoltà», ha detto il responsabile dell'Ambiente. E poi ha sottolineato: «Ricordo che gli impianti li deve fare la Regione con il piano regionale nato nel 2016, che ha quindi quasi 4 anni. Il piano dura 6 anni, quindi nel 2022 si dovrebbe chiuderlo per farne un altro. Ora siamo al quarto anno e gli impianti ancora non ci sono. È importante che si acceleri, so che sono gare d'appalto pubbliche con tutti i loro limiti ma è il momento di accelerare».
 


Ma per risolvere almeno l'ennesima emergenza ieri c'è stato un tavolo in Regione e l'assessore Del Giudice, ha avanzato al vicepresidente della Giunta, Fulvio Bonavitacola, una serie di richieste. La prima: un aumento dei flussi di conferimento per la città di Napoli. Attualmente si portano agli stir 900 tonnellate, ne servirebbero 1200 tonnellate. La seconda: una riorganizzazione tecnica di alcuni tritovagliatori per consentire una maggiore rapidità di accesso, con diminuzione del tempo di attesa dei camion agli scarichi. È stato poi deciso di istituire un tavolo tecnico operativo permanente per la razionalizzazione di alcune fasi operative. Al termine Del Giudice ha commentato: «Esprimo grande soddisfazione per l'incontro durante il quale, ho trovato un clima di grande collaborazione istituzionale. Crediamo però sia giunto il momento di riconoscere alla città di Napoli ed in modo particolare ai cittadini di Napoli Est, il sacrificio e lo sforzo sostenuto in tanti anni con il sito di stoccaggio Icm».

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L'immondizia intanto è dappertutto: dai Decumani al Vomero, da Chiaiano a Salvator Rosa, da Pianura al Petraio, da Corso Vittorio Emanuele a Santa Teresa degli Scalzi, da Montesanto a Soccavo: Napoli è un'enorme carta sporca. Qualche esempio dei più grotteschi: a Santa Chiara, nella discarica sul percorso dei turisti, qualcuno ha buttato un motorino nel mezzo dei sacchetti non raccolti. Pochi passi più sotto, ai Banchi Nuovi, i cittadini si sono armati di scopa e paletta per allontanare il tanfo. «Il sindaco spieghi ai cittadini cosa sta succedendo», dice Pino De Stasio, consigliere della II Municipalità La situazione qui è allarmante. Il percorso delle vie dell'arte non viene pulito abbastanza, i cestini tracimano di continuo, tutti i giorni. Servirebbe svuotare almeno quelli più volte quotidianamente, e non solo la sera, quando ormai le strade tra San Domenico, via Benedetto Croce e dintorni sono già sporche». Sempre restando nel cuore di Napoli, a San Sebastiano, la via della musica, c'è da giorni un salotto con codice Asia. Non ritirato. Via Salvator Rosa è un letamaio: qui si trovano diversi appartamenti abbandonati sul ciglio del marciapiede, e un fiume di sacchetti all'incrocio con via Salvatore Tommasi.
 
 

Anche in collina si annaspa e la fermata dell'autobus ai piedi dell'ingresso del Santobono è impraticabile.
Non vengono risparmiate le scuole, come dimostra la discarica a due passi da piazza Mazzini, all'uscita del Giambattista Vico. In generale, a parte la miriade di sacchetti abbandonati a terra, in strada si trovano centinaia e centinaia di rifiuti ingombranti, mobili e materassi lasciati a marcire con o senza codice Asia annesso.

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