Falò dell'Immacolata, la sfida della babygang: sassaiola contro la polizia

Falò dell'Immacolata, la sfida della babygang: sassaiola contro la polizia
di Dario Sautto
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 07:30
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Sassi e oggetti contro i poliziotti impegnati nella rimozione di una catasta di legname al Cicerone, sequestri di materiale infiammabile in tutti i quartieri e un giovane denunciato nel rione Scanzano dopo il lancio di una molotov. Il bilancio della notte dei falò della camorra è decisamente il più positivo degli ultimi anni, a Castellammare, dove la festa dell'Immacolata è un'occasione per rinnovare belle tradizioni marinare e di fede, ma anche tristi usanze di cui i clan si sono appropriati per lanciare messaggi inquietanti. Come avvenne due anni fa al «bronx Faito» del rione Savorito, dove la famiglia Imparato incendiò il classico «fucaracchio» impiccando un manichino e affiggendo uno striscione contro i collaboratori di giustizia: «così muoiono i pentiti, abbruciat».

Stavolta, tra norme anti-covid, maltempo e dispositivi ad hoc, la notte dell'Immacolata ha visto prevalere il buonsenso, anche se il dispiegamento di forze dell'ordine è stato necessario in tutti i quartieri. A Pozzano, nei pressi della chiesa, un falò è stato spento pochi minuti prima della mezzanotte dai vigili del fuoco, giunti sul posto dopo la segnalazione di polizia e carabinieri.

Gli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, guidati dal dirigente Pietro Paolo Auriemma e dal vicequestore Manuela Marafioti, insieme ai carabinieri della compagnia stabiese, agli ordini del capitano Carlo Venturini e del tenente Andrea Riccio, hanno studiato una task-force che ha visto l'impiego anche di pattuglie della compagnia stabiese della guardia di finanza e della polizia municipale, con particolare attenzione nei quartieri «caldi» dove la camorra fa sentire maggiormente la sua presenza.

Al rione Cicerone, alcuni ragazzini (neanche imputabili per la giovanissima età) hanno scagliato pietre e oggetti verso la polizia, fortunatamente non colpendo nessuno. Non avevano gradito il sequestro di una tonnellata e mezza di legna accumulata nei giorni scorsi. Poco dopo in piazzetta Mari hanno provato nuovamente a organizzare un altro falò, spento in pochi minuti. I ragazzini si sono dati alla fuga spedendosi tra i vicoli del quartiere. A via Privati, alle porte di Scanzano, una pira di legno di sei metri è stata rimossa intorno alle 22: sequestrato anche lo striscione che recitava «'a Maronna a noi ci aspetta, guardatevi a diretta» rimandando ad un video mai partito sui social e con tanto di firma «R*S», la sigla del rione roccaforte del clan D'Alessandro.

Proprio a Scanzano, in via Rivo San Pietro, è stato denunciato a piede libero il pregiudicato R.A., 19 anni: aveva lanciato una molotov contro una catasta di legno, che però non ha preso fuoco per l'intervento dei carabinieri che lo hanno multato anche per la violazione delle norme anti-covid. Al rione Santa Caterina, nel centro antico di Castellammare, di notte i carabinieri hanno fatto rimuovere un cumulo di legna in vico Licerta, dove in mattinata è stato improvvisato ugualmente un falò «in ritardo» tra petardi e applausi dei pochissimi ragazzini presenti. Poco distante di lì è stato arrestato per evasione Manuel Spagnuolo: il 42enne era ai domiciliari per il furto ai danni del carabiniere pestato in villa comunale in estate.

In totale sono stati rimossi circa 215 metri cubi di legname da bruciare; sono state identificate 40 persone di cui 5 sanzionate per violazioni della normativa anti Covid-19.

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