Fincantieri-Stx a un passo dallo stop,
l'azienda italiana guarda alla Cina

Fincantieri-Stx a un passo dallo stop, l'azienda italiana guarda alla Cina
di Antonino Pane
Mercoledì 30 Dicembre 2020, 05:03 - Ultimo agg. 09:09
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Il colosso Fincantieri fa paura ai francesi e anche ai tedeschi. Due giorni alla scadenza dell'ultimatum imposto da Fincantieri (il 31 dicembre) e dall'antitrust europea non arriva, e non arriverà a questo punto, nessun segnale per rendere operativo l'acquisto dei Cantieri dell'Atlantico da parte della corazzata con al timone Giuseppe Bono. È tutto questo significa una sola cosa: francesi e tedeschi, insieme, temono la crescita di Fincantieri. Perché di crescita, soprattutto strutturale, si sarebbe trattato. Il Gruppo italiano è al vertice per progettazione e tecnologie; non lo è dal punto di vista logistico. A Fincantieri, dunque, faceva particolarmente gola il bacino dei cantieri dell'Atlantico, un golfo naturale lungo quasi un chilometro. Una struttura, in pratica, dove si possono costruire anche tre supernavi contemporaneamente.

«Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare - sottolinea il portavoce di Fincantieri, Antonio Autorino - l'accordo era chiuso sul prezzo e sulla governance. Evidentemente tutto quello che sembrava buono ieri per Francia e Italia, non lo è più oggi. Eppure, va sottolineato, che l'accordo raggiunto sulla cantieristica militare tra Italia e Francia sta producendo effetti ottimi».
A guardare la cronistoria di questa vicenda si ha netta la percezione che i francesi cercavano un appiglio per mandare all'aria tutto l'accordo: un nazionalismo mai messo da parte e, soprattutto, la voglia di affermare che l'industria pesante francese può farcela anche da sola.

E chi immaginava che la pandemia potesse dare uno scossone con la cancellazione degli ordini deve ricredersi: tutte le commesse sono state confermate e per il prossimo quinquennio, almeno, anche a Saint'Nazaire possono guardare avanti con fiducia. Anche. Perché, chi guarda molto ma molto più avanti, è proprio Fincantieri che nelle more dei traccheggiamenti francesi ha stipulato accordi importantissimi con la Cina.


Vero è che le navi da crociera che si costruiscono in Cina non potranno mai essere utilizzate sul mercato europeo per il fatto che le abitudini di vita cinesi sono completamente diverse (cucine, ristoranti, locali etc). Ma è anche vero che fino ad oggi molte navi destinate alla Cina si sono costruite in Europa, E poi, se è vero com'è vero, che il mercato delle crociere cinesi crescerà a due cifre dal 2021 è facile immaginare che le navi bisognerà costruirle per quel mercato e anche in fretta.


E in questo, bisogna dirlo, Giuseppe Bono è stato lungimirante: la joint venture con la Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding Co. Ltd, una società controllata dalla China State Shipbuilding Corporation è già operativa da tempi e i risultati vanno al di là di ogni previsione.
Solo lo spauracchio cinese, dunque, ha bloccato questa ulteriore crescita del Gruppo italiano? Fincantieri ha più volte ribadito che l'accordo con la Cina riguarda la Cina.


Per i cantieri dell'Atlantico, bisogna ricordalo, lo stesso Bono ha sgomitato parecchio: nel 2016, dovette presentare al tribunale fallimentare di Seul la manifestazione di interesse per Stx France. E allora, in campo, per l'acquisto dei cantieri di Saint-Nazaire c'erano altri tre candidati: il gruppo asiatico Genting, il consorzio capeggiato dal gruppo olandese Damen (di cui, secondo indiscrezioni, facevano parte anche Msc Cruises e Royal Caribbean Cruises) e un fondo di investimento anglo-cinese. Una corsa che l'offerta del gruppo cantieristico italiano a 79,5 milioni di euro per l'acquisto del 66,66% delle quote.


LA FRENATA
I primi mal di pancia si sono manifestati a luglio del 2017: il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire quando annuncia la decisione dello Stato francese di esercitare il diritto di prelazione su Stx France, con conseguente nazionalizzazione dei cantieri di Saint-Nazaire. Poi entra in gioco la diplomazia fino al 27 settembre 2017 quando al vertice bilaterale Italia-Francia a Lione (Gentiloni-Macron) viene annunciato un accordo sulla struttura dell'azionariato di Stx. La collaborazione verrà estesa anche all'ambito militare con la creazione di una progressiva alleanza nel settore della difesa navale tra Fincantieri e Naval Group.


Sembrava tutto fatto. Nonostante l'accordo, infatti, francesi e tedeschi chiedono che sull'acquisto di pronunci l'antitrust europeo. Una richiesta che era già stata avanzata da Fincantieri e rigettata perché non necessaria. Ma quando arriva la richiesta da Francia e Germania la procedura si attiva. Purché questa richiesta? Il governo italiano poteva opporsi alla richiesta di un parere che non era stato ritenuto necessario? Sono tutte domande a cui bisognerà dare delle risposte certe ed esaurienti se, come sembra ormai certo, l'antitrust farà saltare l'acquisto.

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