Fridays for Future, migliaia in piazza a Napoli per il global strike

«Stiamo andando a mare con tutti i panni»

Fridays for Future, migliaia in piazza a Napoli
Fridays for Future, migliaia in piazza a Napoli
di Alessio Liberini
Venerdì 6 Ottobre 2023, 20:00 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 07:40
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Ondate di calore in pieno autunno dopo un’estate di alluvioni. «Stiamo andando a mare con tutti i panni» scrivono, tra ironia e tanta amarezza, gli ecologisti partenopei sullo striscione posto alla testa del corteo partito in mattinata da piazza Garibaldi.

Circa mille persone sono scese in strada oggi a Napoli in occasione dello sciopero globale per il clima, promosso da Fridays for Future in oltre trenta città italiane. Nel capoluogo campano, attivisti ambientali, collettivi e studenti di tutta l’area metropolitana hanno marciato fino a piazza Municipio per denunciare la quotidiana devastazione ambientale di cui è vittima l’intero pianeta. Più che ecoansia, è rabbia a tutti gli effetti quella che i giovani portano in piazza puntando il dito contro un governo che definiscono «negazionista del cambiamento climatico».

«I cosiddetti eventi climatici estremi sono ormai diventati una quotidianità - spiega Davide Dioguardi, portavoce nazionale di Fridays For Future Italia – La situazione è drammatica sotto tanti punti di vista.

Alla premier Meloni gli chiediamo di smettere di mentire e prendere seriamente in carico la questione della crisi climatica visto che l’emergenza è sotto gli occhi di tutti». 

 

Lungo il tragitto del partecipato corteo, colorato da bandiere e manifesti, non sono mancate azioni di protesta nei confronti dell’esecutivo. La prima si è consumata poco dopo la partenza, all’arrivo dei manifestanti al corso Umberto il corteo ha sostato il suo cammino, solo per qualche minuto, nei pressi della sede cittadina di Fratelli d'Italia. «Vi lasciamo stare questa volta – ha urlato dal megafono un’attivista lanciando un avvertimento inequivocabile - sappiate che il governo non ha ancora addomesticato questo Paese e sulle idee di impianti inquinanti saremo irriducibili».

«La nostra – prosegue Dioguardi - è sicuramente una resistenza globale e nazionale ma anche una battaglia territoriale perché le istituzioni locali possono e devono fare di più». Tra le principali rivendicazioni degli ecologisti campani c’è l’imminente costruzione della quarta linea dell'inceneritore di Acerra. Per cui è stata già lanciata una apposita manifestazione di dissenso che si svolgerà nel comune del Napoletano il prossimo 14 ottobre. 

«Continuiamo a tenere i riflettori accesi sulla “Terra dei Fuochi” – precisa Enzo Tosti, attivista di Stop Biocidio – Nella nostra regione sono ancora in aumento i tumori generati dai roghi tossici. Ed invece di invertire questa rotta di morte nel segno della prevenzione, si pensa ad aumentare le capacità di bruciamento dell’inceneritore di Acerra. Questo è vergognoso: siamo su un territorio martoriato dai veleni».

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Prima di giungere sotto Palazzo San Giacomo, dove si è sciolta la giornata di protesta, i manifestanti hanno sostato anche in via Medina, all’esterno della Questura di Napoli. Qui un gruppetto di attivisti del Collettivo Autorganizzato Universitario ha inscenato un breve sit-in di solidarietà per gli studenti rimasti feriti lo scorso 3 ottobre a Torino a seguito degli scontri avvenuti con la polizia. «Contro la vostra repressione, solidali con chi lotta» questo il testo dello striscione esposto dai ragazzi del Cau. Alcuni di questi hanno acceso torce e fumogeni colorati mentre altri si sono persino legati con una fune davanti alla questura indossando maschere che ritraevano il volto di Giorgia Meloni.

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