«Il mio ex vuole ammazzarmi», la politica si mobilita per Giusy

Dopo l'appello al Mattino la proposta: commissione d'inchiesta e Procure insieme per evitare i problemi

La violenza sulle donne
La violenza sulle donne
di Giuliana Covella
Domenica 20 Agosto 2023, 23:00 - Ultimo agg. 21 Agosto, 16:25
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Norme più stringenti e percorso di accompagnamento delle vittime ai Centri anti violenza. Dopo la denuncia di Giusy V., la 39enne di Secondigliano vittima di stalking e minacce da parte dell’ex marito Diego M., che ha raccontato a Il Mattino il dramma che vive da anni, senza mai sentirsi tutelata, i rappresentanti del mondo politico scendono in campo per chiedere che la normativa in materia sia applicata e metta in sicurezza la donna che denuncia. «Auspichiamo che la magistratura applichi misure cautelari idonee», dice Carla Maruzzelli, legale di Giusy, che ha inoltrato denuncia lo scorso 18 agosto alla Procura di Napoli, IV sezione fasce deboli guidata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, in seguito all’ennesima condotta violenta dell’uomo, che la sera del 14 agosto aveva citofonato a casa dell’ex suocero minacciandolo di morte. 

Sei denunce depositate sulle scrivanie delle forze dell’ordine, un incubo che va avanti da circa 15 anni e che si è acuito dal 2015, quando Giusy ha ottenuto la separazione dal marito violento, ma a tutt’oggi di tutele non se ne parla. Minacce, citofonate in piena notte, auto e ingresso di casa dati alle fiamme, pedinamenti e insulti. Eccolo l’inferno di Giusy, che teme per la sua vita e quella dei suoi figli di 16 e 21 anni. «Non voglio morire come lei, che aveva denunciato ma non è stata tutelata», aveva detto in un evidente stato ansioso al nostro giornale riferendosi alla morte di Anna Scala, la 55enne uccisa dall’ex compagno a Piano di Sorrento.

«Le donne che subiscono violenza denunciano e Giusy lo dice a chiare lettere - afferma Rosa Di Matteo, coordinatrice dei Cav del Comune di Napoli - ma sono le istituzioni che non rispondono e quando lo fanno è in maniera inadeguata».

Quali misure allora si devono adottare per prevenire queste morti? A rispondere è Annarita Patriarca, parlamentare di Fi e componente della commissione d’inchiesta sul femminicidio: «Bisogna capire qual è la falla nel sistema sia a livello operativo che normativo. E questo si può fare solo lavorando insieme, commissione d’inchiesta, Procure, Tribunali, polizia giudiziaria, sui singoli casi. Una proposta che porterò in commissione». 

Intanto si aspetta che il ddl approvato qualche settimana fa dal Consiglio dei ministri diventi legge: «Opera soprattutto sulla prevenzione, rafforzando le misure cautelari, dall’ammonimento al braccialetto elettronico e prevedendo l’arresto in flagranza differita. Forza Italia è da sempre impegnata nel contrasto alla violenza e anche stavolta saprà offrire il proprio contributo».

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Ma di fronte all’emergenza «occorre rendere più veloce la risposta - incalza - Penso alle app per la geolocalizzazione immediata o allo “angel watch”, che con i carabinieri presentammo alla caserma Pastrengo di Napoli. Inoltre è fondamentale che, oltre alle misure cautelari nei confronti di uomini violenti, si attivi un percorso di presa in cura da parte di Asl o altri enti specializzati. Ma anche un programma di sensibilizzazione nazionale di ampio respiro: la violenza non è legata a fattori economici, sociali o di istruzione. È una forma di sopraffazione primitiva che si può combattere solo con una grande rivoluzione culturale». 

 

A esprimere un «profondo senso di angoscia e impotenza» sui «casi di Anna e Giusy» è Bruna Fiola, consigliera regionale del PD, che spiega: «In questi anni tanto abbiamo fatto per sostenere le vittime di violenza, accelerando e semplificando le procedure per l’erogazione di contributi, potenziando Centri anti violenza e Case di accoglienza, pubblicizzando numero rosa e stando vicino alle donne e ai loro familiari».

Poi l’affondo: «È molto complesso intercettare la violenza e tutelare vite umane, ma non quando una donna denuncia e chiede protezione. Ci sono responsabilità e inadempienze evidenti degli organi preposti che, nel caso di Giusy, si perpetuano». «Sembra emergere poi una superficialità intollerabile di forze dell’ordine e magistrati, che con il loro operato hanno messo a repentaglio la sua vita. Chiedo al questore: com’è stato possibile? Ma credo che una risposta sia utile anche per il legislatore. Serve a capire dove il meccanismo si inceppa e impedisce l’emissione delle necessarie misure cautelari, anche in casi di eclatante urgenza come quelli di questi giorni». Al fianco di Giusy anche la VII Municipalità: «Stiamo monitorando la situazione con i servizi sociali e il commissariato di polizia», fa sapere il presidente Antonio Troiano. 
 

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