Il virus non ferma l'Imu per centomila napoletani: la beffa delle esenzioni

Il virus non ferma l'Imu per centomila napoletani: la beffa delle esenzioni
di Valerio Iuliano
Lunedì 14 Dicembre 2020, 12:00 - Ultimo agg. 12:12
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Per i proprietari di immobili è tempo di tornare alla cassa. Entro mercoledì 16 dicembre bisognerà pagare la seconda rata dell'Imu 2020. A Napoli il versamento della tassa sul mattone riguarderà circa 100mila contribuenti. Resta tutto invariato per i proprietari di seconde case, con un esborso identico a quello dell'acconto di giugno. Confermata anche l'esenzione per le abitazioni principali e relative pertinenze, con la sola eccezione degli immobili di pregio, che anche in questo caso dovranno effettuare il versamento. Ma stavolta c'è una novità sostanziale, sul fronte degli esoneri. 

I decreti del governo hanno sancito l'esenzione dal versamento Imu per le attività ricettive e per alcune categorie produttive, soggette a restrizioni per le misure di contenimento della pandemia. «Tutte le attività economiche colpite dai provvedimenti del governo per frenare il contagio e che si trovavano nella zona rossa - spiega il presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Napoli Vincenzo Moretta - non dovranno pagare la seconda rata Imu 2020, a condizione che svolgano la propria attività imprenditoriale nell'immobile in questione».  L'agevolazione, quindi, sarà concessa ad una sola condizione. Il proprietario dell'immobile soggetto a tassazione ed il gestore dell'attività devono essere la stessa persona. Un requisito che cancellerà l'esenzione per molti proprietari. L'esonero dal versamento - sulla base del Decreto Rilancio del mese di maggio - ha riguardato prima alberghi, bed and breakfast ed altre strutture ricettive. Una categoria - quella degli albergatori - letteralmente annichilita dalla pandemia e che aveva già usufruito dell'esenzione a giugno. Successivamente sono state aggiunte all'elenco degli esonerati molte altre tipologie produttive, da quelle dello spettacolo - cinema, teatri e sale per concerti - a tutte le attività colpite dalle misure di ottobre. Un fitto elenco che comprende gli esercizi addetti alla ristorazione e quelli di commercio al dettaglio. Ma il vincolo introdotto dalla normativa rende l'esenzione piuttosto rara. «Il numero di gestori-proprietari in città non è numericamente molto significativo», spiega il vicesindaco Enrico Panini. Mentre il presidente della Fipe Massimo Di Porzio sottolinea che «la maggior parte dei pubblici esercizi sono in fitto.

Quindi non è un gran beneficio per noi». 

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Per quanto riguarda i proprietari delle seconde abitazioni, gli importi da versare si annunciano ancora altissimi, a dispetto della crisi. Secondo un dossier del Servizio Politiche Territoriali della Uil, il saldo Imu a Napoli costerà mediamente 640 euro. Una cifra largamente superiore alla media nazionale e che deriva dal calcolo dell'importo per un'abitazione-tipo, con rendita catastale derivante dalla media di tutte le rendite delle abitazioni cittadine. Sono in tutto 28.645 - secondo l'Agenzia delle Entrate - gli immobili considerati a disposizione e che sono soggetti a tassazione. Un gruppo che comprende, appunto, le seconde case. A queste si aggiungono oltre 71mila immobili locati. Mentre per i 17mila altri immobili- tra uffici, negozi ed altre attività - occorrerà tener conto della clausola fissata dal governo. Per determinare l'importo da pagare, bisogna calcolare l'Imu dovuta per tutto l'anno applicando le aliquote fissate dal Comune per il 2020, per poi detrarre l'acconto di giugno e versare la differenza. In ogni caso, è possibile effettuare il calcolo dell'imposta dovuta a saldo utilizzando il programma CalcoloImu2020 di Advanced Systems, disponibile sul sito istituzionale del Comune di Napoli https://www.riscotel.it/calcoloimu/.

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