Ischia, non c’è un giudice: fermi migliaia di processi

Ischia, non c’è un giudice: fermi migliaia di processi
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 18 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 08:23
4 Minuti di Lettura

Non c’è un giudice a Ischia. Migliaia di fascicoli al palo, cercasi almeno il nome di un magistrato da spedire sull’isola. Un caso che è esploso negli ultimi giorni, sulla scorta della decisione del giudice Rosamaria Ragosta di chiedere un congedo per motivi personali e lasciare libero il posto di togato sull’isola. Una decisione che arriva dopo l’intervento del consiglio giudiziario, che non ha consentito al giudice la possibilità di svolgere a giorni alterni funzioni di magistrato civile a Napoli e di giudice monocratico a Ischia. Fatto sta che, al di là delle sacrosante esigenze personali, il foro ischitano (tra i più complessi per contenzioso, popolazione e logistica) si è ritrovato all’improvviso scoperto, con le inevitabili ripercussioni sui fascicoli da trattare (molti dei quali non possono essere affrontati da un giudice onorario). Ma proviamo capire che sta accadendo sull’asse che lega le Torri del Centro direzionale con la sede distaccata dell’isola. In questi giorni, il presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo ha bandito un nuovo interpello, per accogliere eventuali disponibilità a recarsi a Ischia come giudice togato. 

Un concorso che non sempre negli ultimi tempi ha fatto registrare tante adesioni, dal momento che alcuni “interpelli” in passato sono finiti deserti.

Si tratta di coprire i prossimi 45 giorni, secondo la richiesta di congedo del giudice Ragosta, in uno scenario che va aggiornato alla luce delle istanze che arriveranno ai vertici del Tribunale di Napoli. Di fatto, almeno fino alla settimana prossima, Ischia potrà affidarsi solo a un giudice onorario, lasciando senza trattazione decine di udienze per vicende complesse accadute sull’isola. 

Inevitabile fibrillazione tra gli avvocati, che attendono una presenza fissa sull’isola da parte di un magistrato togato. Spiega l’avvocato Antonio Tafuri, presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli: «In passato i magistrati non hanno risposto agli interpelli, che risultano puntualmente deserti. La verità è che questo ufficio viene spesso rifiutato dai magistrati e non è un buon esempio per un’utenza tanto popolosa». Questa mattina, Tafuri sarà presente in un’assemblea di giuristi isolani, alla quale prenderà parte per il Consiglio nazionale forense anche l’avvocato Francesco Caia. Ma torniamo al caso ischitano. È ancora il presidente Tafuri, a sottolineare un altro tema. Come è noto, dal 2013 Ischia è sede distaccata del Tribunale solo in via provvisoria. Ora si attende la conferma dal Mille proroghe, in sede di conversione in legge del decreto. Spiega l’avvocato Tafuri: «Mi aspetto che le forze parlamentari confermino Ischia come sede distaccata. Non è possibile immaginare l’esodo di migliaia di fascicoli, ma anche di testi e cittadini ogni giorno dall’isola al Centro direzionale». Dello stesso avviso il presidente della camera penale di Napoli Marco Campora, che chiede «un atto di responsabilità a garanzia di una utenza tanto numerosa come quella ischitana. Non è democratico lasciare scoperto per tanto tempo un territorio così popoloso». 

Video

Ma torniamo alla prospettiva dei prossimi giorni. Massima attenzione da parte del presidente del Tribunale Garzo, che - come avvenuto per altri problemi - ha ascoltato voci e confrontato possibili soluzioni, prima di bandire una supplenza per i prossimi 45 giorni. Uno scenario non semplice, che fa i conti con la difficoltà di gestire un numero crescente di fascicoli, sia nel penale che nel civile. Facile immaginare i contenuti dell’assemblea che si terrà questa mattina sull’isola. Primo obiettivo scongiurare il trasferimento della sede del foro ischitano nelle torri del Centro direzionale. Una prospettiva per la verità neppure abbozzata da parte dei vertici del distretto di Corte di appello, ma che fa i conti con due questioni collegate: la mancanza di toghe da spedire a Ischia; e il rischio che in sede Parlamentare, non venga inserito un emendamento al mille proroghe in grado di confermare - almeno fino al 31 dicembre del 2022 - la sede distaccata del Tribunale sull’isola verde. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA