La chiesa di Santa Maria Stella Maris, abbandonata da quarant'anni ora si prepara al restauro

La chiesa di Santa Maria Stella Maris a piazzetta Grande Archvio
La chiesa di Santa Maria Stella Maris a piazzetta Grande Archvio
di Antonio Folle
Giovedì 27 Febbraio 2020, 17:57 - Ultimo agg. 18:36
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Quando la chiesa di Santa Maria Stella Maris di piazzetta del Grande Archivio - costruita in sostituzione di un precedente edificio di culto abbattuto durante il risanamento di fine ottocento - fu aperta al culto nel 1907, in pochi immaginavano che avrebbe avuto una storia così complessa e travagliata. Dopo circa trent'anni la piccola chiesa neogotica, sede della Reale Arciconfraternita di Santa Maria Stella Maris e San Biagio dei Caciolii, fu chiusa al culto e finì nel dimenticatoio fino agli anni '60 del '900, quando fu data in fitto ad un commerciante di detersivi. L'incauto - e sicuramente incivile - commerciante pensò bene di costruire un soppalco abusivo da utilizzare come deposito. Dopo il terremoto dell'80 la chiesa, che ormai di chiesa aveva ben poco, fu definitivamente chiusa, cadendo lentamente nel dimenticatoio fino a destare una certa impressione - con i suoi muri diroccati e le finestre murate - nei passanti.

Oggi quasi nessuno ricorda com'era l'edificio nel pieno del suo splendore. Negli archivi è disponibile solo una fotografia in bianco e nero che non riesce a dare l'idea esatta di come doveva essere l'edificio nel 1907. Da diversi anni l'associazione "I Sedili di Napoli Onlus" guidata da Giuseppe Serroni si sta battendo per il recupero dell'antico edificio di culto. Dopo un lungo iter burocratico nelle scorse ore è arrivata la buona notizia. La Curia ha dato l'ok per la consegna dell'immobile all'associazione che, dopo aver ottenuto i necessari pareri della Sovrintendenza, potrà dare il via ai lavori di riqualificazione che consegneranno al quartiere un edificio che, per molti anni, è stato molto vicino all'essere definitivamente abbattuto.
 
 

All'interno della chiesa qualche traccia lascia intuire l'originaria destinazione d'uso degli ambienti. Oggi la struttura è letteralmente "divisa" in due dall'orrendo soppalco realizzato negli anni '60. Al piano terra non c'è quasi più niente mentre, invece, nella parte soprastante una buona parte degli stucchi - e fin anche parte dei marmi che ornavano l'altare - si sono salvati e sono pronti ad essere restaurati.

L'idea dell'associazione I Sedili di Napoli è di offrire al quartiere un nuovo luogo di aggregazione e un polo museale virtuale dedicato alla storia della Napoli antica. Un progetto ambizioso che vedrà la partecipazione di un vero e proprio "pool" di esperti e di artigiani partenopei capitanati dal battagliero Giuseppe Serroni. La fine del 2020, salvo complicazioni burocratiche, la data fissata per la conclusione dei lavori che dovrebbero partire entro i prossimi due mesi.
 

«Stiamo raccogliendo tantissime adesioni da parte di importanti artigiani del territorio che hanno messo a disposizione la loro arte per darci una mano - spiega - qui i turisti passano diretti ai Decumani e non si fermano perchè non c'è nulla da vedere. Il recupero di questa chiesa farà da volano di sviluppo per tutto questo territorio e, da questo punto di vista, abbiamo già raccolto molte adesioni per l'eventuale affidamento anche della piazzetta circostante. In questa struttura - prosegue Serroni - realizzeremo attività sociali e culturali che andranno di pari passo con la riapertura al culto della chiesa. La cosa più importante è che le nostre attività coinvolgeranno e daranno lavoro a tanti ragazzi di questo territorio». 
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