Lockdown a Napoli, genitori e bimbi No Dad occupano la villa comunale contro
la chiusura dei parchi

Lockdown a Napoli, genitori e bimbi No Dad occupano la villa comunale contro la chiusura dei parchi
di Paola Marano
Sabato 13 Marzo 2021, 16:13 - Ultimo agg. 14 Marzo, 11:55
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Sono arrivati a piazza Vittoria in sella alle loro biciclette e hanno occupato simbolicamente la villa comunale di Napoli per manifestare contro l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca, che dispone la chiusura fino al 21 marzo di lungomari, parchi, ville comunali e piazze. È la protesta messa in atto questa mattina da una cinquantina di mamme e papà dei comitati No Dad di Napoli, che hanno sfilato da piazza del Gesù passando per via Toledo, con un pit stop in piazza del Plebiscito a indicare la riappropriazione di un altro spazio negato, per poi arrivare davanti ai cancelli chiusi della villa comunale, sui quali è stato fissato uno striscione con la scritta  «Un anno senza scuola. Ora anche i parchi. Basta!». 

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«La scuola è zona bianca» e «Parchi chiusi? E questa sarebbe salute?» recitavano alcuni cartelli affissi sulle bici durante la pedalata. Per dare il senso di occupazione al presidio, un piccolo gruppetto di bambini ha poi scavalcato i cancelli della villa ed è ha fruito dello spazio per pochi minuti. «Siamo qui per rivendicare l'esigenza di usare questi spazi e viverli e chiedere che le uscite non siano solamente motivate da shopping o  lavoro, come abbiamo visto fare nell'ultimo lockdown – sottolinea Ananda Ferrentino, rappresentane del gruppo Usciamo dagli schermi - Cosa rimane per i bambini chiusi in casa da un anno? Andare con i genitori a fare la spesa.

Per noi è una esigenza di salute portare i bambini fuori di casa e non nei negozi che sono i luoghi meno adatti». La rete dei genitori No Dad evidenzia che «Napoli ha pochi parchi, ci sono pochi spazi verdi, la villa comunale è uno dei pochi grandi. Poi ci sono i piccoli parchi di quartiere, che pure in questo momento sono importanti proprio perché non ci si può allontanare da casa propria. Il lungomare poi è uno sfogo che compensa l'assenza di spazi presenti in altre città,  per cui per noi deve essere fruibile, e non già per i ristoranti e per i bar». 

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