Camorra, Lamorgese risponde a don Patriciello: «Telecamere negate? Cerco altri fondi»

Camorra, Lamorgese risponde a don Patriciello: «Telecamere negate? Cerco altri fondi»
di Marco Di Caterino
Sabato 16 Aprile 2022, 09:00
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«Cara ministra Lamorgese, leggo che è stata pubblicata la graduatoria nazionale per i contributi impianti di videosorveglianza. Caivano è al 1614°posto. Frattaminore - il mio paese - al 1650°. Un profondo senso di smarrimento mi invade. Che succede? Come mai? Di chi è la colpa? Mi perdoni. Le auguro una santa Pasqua di resurrezione». Sconcertato dalla notizia appresa leggendo Il Mattino, don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde da qualche settimana sotto scorta, si è rivolto così ieri mattina alla titolare del Viminale. Un messaggio inviato tramite Whatsapp, cui la ministra ha risposto, con lo stesso sistema, a strettissimo giro: «I criteri attuali risalenti al 2018 non consentono, ma provvedo comunque con altri fondi del Poc sicurezza. Era già previsto. Nel frattempo stiamo modificando criteri per l'anno prossimo».

Dunque la popolarità, ma anche la fermezza del sacerdote anticamorra - la cui presenza nel rione di Caivano sede di ben 14 piazze di spaccio e casa di camorristi grandi e piccoli rappresenta una trincea di resistenza e speranza - sono servite a chiarire in poche ore i contorni della vicenda e soprattutto i suoi sviluppi futuri.

I comuni della faida - Caivano, Arzano, Frattamaggiore e Frattaminore - esclusi dai finanziamenti della videosorveglianza perché in fondo alla lista degli aventi diritto (416 su 2078). Lamorgese promette ora il suo impegno e magari i tempi si accorceranno, ma intanto quel territorio devastato da bombe e stese, terrorizzato dalle minacce ai suoi cittadini più impegnati - dal comandante dei vigili di Arzano al parroco del Parco Verde fino ai giornalisti - dovrà comunque attendere.

Durissimo il commento del senatore Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, che più volte è stato in questi comuni nei momenti di maggiore violenza: «Lo Stato riconosce che al Parco Verde di Caivano funzionano ben 14 piazze di spaccio, tanto da considerare tale realtà fra le più importanti piazze di spaccio d'Europa e non solo d'Italia, e poi non trova le risorse per dotare di impianto di videosorveglianza tale rione in cui opera un sacerdote che finisce pure sotto scorta per le minacce e le intimidazioni subite. Forse qualcuno dovrebbe rivedere al più presto questa graduatoria e, soprattutto, i criteri con cui è stata realizzata». Dello stesso tono il comunicato congiunto di Marco Sarracino, segretario metropolitano del Pd Napoli, e Paolo Mancuso, presidente del Pd Napoli e assessore al Comune di Napoli. «Si resta interdetti - commentano - nel leggere che nella graduatoria nazionale dei contributi per gli impianti di videosorveglianza questi comuni non godranno dei finanziamenti necessari al monitoraggio e al controllo del territori, i cui sindaci lottano ogni giorno nell'assoluta solitudine». Intenzionato a presentare una interrogazione parlamentare è il deputato dei 5 Stelle Alessandro Amitrano, segretario dell'Ufficio di presidenza. E nemmeno leggero ci va Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, che si chiede guardando la graduatoria «se lo Stato abbia davvero la volontà di combattere seriamente e con mezzi adeguati la criminalità organizzata nei territori dove la fa da padrone». 

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Il sindaco di Arzano, Cinzia Aruta, commenta: «Rispetto all'esito della graduatoria siamo rimasti amareggiati e interdetti dinanzi a un sistema che evidentemente non è rappresentativo della realtà e non risponde ai bisogni reali. Siamo due volte vittime, della criminalità e della inadeguatezza di un sistema che di fatto limita l'accesso a strumenti e opportunità che potrebbero contribuire all'azione di prevenzione e contrasto della criminalità e della illegalità. Arzano ha cofinanziato con risorse proprie il costo del progetto ma a nulla è valso». 

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