Di Lauro junior muto e senza cibo: scatta la perizia psichiatrica

Svolta in aula nel processo per omicidio: due anni fa il fratello Cosimo morì in cella

Al centro il boss Marco Di Lauro, alias F4, il giorno della cattura: era il 2 marzo 2019
Al centro il boss Marco Di Lauro, alias F4, il giorno della cattura: era il 2 marzo 2019
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:55 - Ultimo agg. 20 Luglio, 12:46
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Come una maledizione che si riproduce in modo ciclico: dalla gestione manageriale del crimine, alla follia, poi intervalli di silenzio e il buio. È toccato anni fa a Cosimo Di Lauro, morto in cella dopo una lunga malattia mentale, mentre oggi fa notizia la decisione dei giudici di disporre una perizia psichiatrica per il fratello più giovane di Cosimo, vale a dire per Marco Di Lauro, da sempre associato al padre Paolo per il temperamento mite e riflessivo. 

Sono stati i giudici della Corte di Assise di appello di Napoli, nel corso del processo per un delitto consumato durante la faida, a nominare un consulente psichiatrico sulle condizioni mentali dell’ex boss reggente. In sintesi, il perito dovrà rispondere a un quesito in particolare: chiarire se l’imputato Marco Di Lauro è in grado di stare a giudizio e, più in generale, quali sono le sue condizioni di salute.

Latitante per quindici anni, catturato nel 2019 nel suo appartamento di via Scaglione, una vita da reggente della potente macchina del narcotraffico del cosiddetto Terzo mondo di Secondigliano, Marco Di Lauro sarà visitato da un consulente nominato dal Tribunale. In sintesi, i giudici hanno accolto l’istanza difensiva, rappresentata dal penalista napoletano Gennaro Pecoraro, in relazione all’esigenza di stabilire le condizioni di salute del detenuto.

Da almeno due anni - sembra di capire - F4 dava segni di disturbi.

In che senso? Ha progressivamente rifiutato ogni forma di interlocuzione con i suoi più stretti congiunti, a cominciare dalla compagna di una vita, che gli è stata accanto accettando di vivere nell’ombra, prima del blitz in via Scaglione a marzo del 2019. E non è solo questione di mutismo ostentato. A corredare l’istanza difensiva, anche le relazioni sanitarie del penitenziario di Sassari, dove Di Lauro jr è attualmente recluso in regime di carcere duro. Documenti nei quali si fa esplicito riferimento al progressivo deperimento del detenuto, alla luce del rifiuto di cibo che rischia alla lunga di minare le sue condizioni di salute. 

Ad accogliere l’istanza della difesa di Marco Di Lauro, è stato il giudice Milito (che si è poi spogliato del fascicolo) nel corso del processo giunto in appello sull’omicidio De Magistris, uno dei delitti che hanno scandito la faida di Scampia e Secondigliano, tra il 2004 e il 2005. Chiara la ricostruzione dell’accusa, sulla scorta delle accuse di alcuni pentiti e di riscontri emersi dal lavoro degli inquirenti: Marco Di Lauro figura come mandante dell’omicidio De Magistris, in qualità di primo figlio libero rispetto ai dieci discendenti del boss Paolo Di Lauro. 

Era lui il reggente, dunque, il via libera al delitto andrebbe ascritto al suo ruolo di capo in pectore. Ma al di là dell’analisi delle singole accuse, conviene soffermarsi sul dispositivo dei giudici di Corte di assise appello. La Corte ha nominato il professor Tramontano per verificare le condizioni di salute mentale di Marco Di Lauro. Stando a quanto emerso dagli accordi assunti nel corso dell’ultima udienza, lo specialista visiterà l’imputato dopo Ferragosto, prendendo per sé 45 giorni per le proprie conclusioni rispetto ai quesiti posti dal giudice. Prossima udienza a settembre, anche se tutto ruota adesso attorno alla “processabilità” del presunto boss.

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Una vicenda che riporta l’attenzione sulla morte di Cosimo, il primo dei 10 figli (tutti maschi) dell’ormai famigerato Ciruzzo ‘o milionario. Ricordate il caso di Cosimo Di Lauro? Morì nel carcere di Opera, in condizioni decisamente critiche, a proposito della sua tenuta psicologica. Quanto basta ad allertare i giudici e a disporre l’analisi delle condizioni in cui versa oggi Marco Di Lauro. Ha vissuto gli anni della sua latitanza in casa, assieme alla compagna, assieme ai gatti, dilettandosi nella lettura di riviste di formula uno.

Ogni tanto qualche sortita a Secondigliano, nel famigerato terzo mondo (rione dei Fiori) dove ha trascorso la sua vita fino al blitz del 7 dicembre del 2004. A far scattare le manette ai polsi di Marco Di Lauro, le rivelazioni di Salvatore Tamburrino, suo ex braccio destro, che si macchiò dell’omicidio della moglie Nora Matuozzo (decisa a non avere più contatti con la camorra). Ora sulle condizioni di F4, si attendono gli esiti della perizia di uno specialista nominato dal Tribunale, che dovrà mettere a fuoco quella strana connessione tra presunto genio criminale, silenzi e follia omicida all’ombra di piazza Zanardelli. 

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