Meridbulloni, fumata nera: Natale di rabbia per gli 80 operai costretti a trasferirsi per non perdere il posto

Meridbulloni, fumata nera: Natale di rabbia per gli 80 operai costretti a trasferirsi per non perdere il posto
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 24 Dicembre 2020, 12:03
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«L'azienda si è chiusa al confronto e sta mortificando i lavoratori e la città di Castellammare». Sono le parole del sindaco Gaetano Cimmino che riassumono un'altra giornata nera per gli operai della Meridbulloni. L'azienda non riaprirà i cancelli dopo la pausa natalizia, i circa 80 lavoratori saranno costretti a trasferirsi a Torino per non perdere il posto.

Ieri mattina al tavolo in Prefettura è arrivata l'ennesima fumata nera.

La proprietà non ha intenzione di tornare sui propri passi, anzi ha già mandato le lettere di trasferimento agli operai stabiesi, che dovranno prendere servizio il prossimo primo febbraio a Torino presso la Ibs. Una doccia gelata per i lavoratori, che da una settimana presidiano i cancelli di via De Gasperi. «Si tratta di lavoratori di altissimo livello professionale che a poche ore dal Natale attendono notizie sul proprio futuro. Una vicenda - sostiene Cimmino - che ha dell'incredibile. Questa mattina (ieri, ndr) i sindacati hanno incontrato in prefettura i delegati della proprietà che si sono mostrati irremovibili sulle proprie posizioni. Un comportamento assurdo ed irresponsabile».

L'amministrazione ha intanto messo in campo le azioni per impedire che l'area venga venduta come turistica. Un vincolo urbanistico per evitare speculazioni. «La battaglia va avanti. Ho nuovamente incontrato i lavoratori. Ora - dice il sindaco - è il momento di restare tutti uniti, maestranze, sindacati, istituzioni e forze politiche, per salvaguardare le decine di famiglie messe in ginocchio dalle assurde scelte aziendali». 

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Solidarietà e vicinanza anche dal Pd. «Restiamo sconcertati di fronte all'arroganza del gruppo Fontana. Con il suo atteggiamento - commenta il segretario Peppe Giordano - il gruppo Fontana riporta la classe imprenditoriale al buio del passato. Il suo è un atteggiamento da padroni arroganti e non da imprenditori illuminati». Il Pd contesta anche le modalità di fusione dello stabilimento stabiese con quello torinese. «Da una lettura dei documenti che comunicano agli 80 lavoratori il trasferimento al Nord pena il licenziamento, sono evidenti carenti motivazioni che possano giustificare il trasferimento. Infatti - spiega la direzione del Pd - l'articolo 47 della legge 428/1990 non può valere per il sito di via De Gasperi salvo che non siano provati motivi validi. La società nel rapportarsi ai lavoratori si limita a generiche motivazioni certamente non idonee o sufficienti per un valido trasferimento». Da qui l'intenzione dei senatori Pd di presentare un'interrogazione al ministro dello Sviluppo. La città intanto si è stretta attorno alla battaglia per Meb, la protezione civile ha montato una tenda per proteggere dal freddo e la pioggia gli operai, e i ristoratori della zona hanno offerto pasti caldi e viveri. Sarà un Natale di lotta per le tute blu e le loro famiglie.
 

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