Medici, anno orribile a Napoli e provincia: un raid ogni tre giorni

I dati choc di Nessuno tocchi Ippocrate: «Sessanta casi di violenza solo a Napoli»

Il presidio di medici e operatori sanitari ieri davanti alla Prefettura
Il presidio di medici e operatori sanitari ieri davanti alla Prefettura
di Ettore Mautone
Lunedì 18 Dicembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 07:34
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Camici bianchi nel mirino: botte subite in corsia, pugni, schiaffi, insulti e minacce sul posto di lavoro. Vessazioni senza colpe, subite solo per una fila troppo lunga da rispettare, per sfogare il dolore di un decesso ma anche per un nonnulla. I numeri sono impressionanti: nel 2023 si sono contate un’aggressione ogni 3 giorni considerando quelle censite e denunciate alle direzioni sanitarie e alle forze dell’ordine ma nella realtà sono molte di più, spesso consumate in silenzio, vissute nella mortificazione di una parola, nella volgarità di un gesto, nell’offesa di un insulto. Nonostante i drappelli di polizia uno stillicidio che a Napoli ripete gli stessi numeri del 2022.

Ecco il bilancio di un anno di “Nessuno Tocchi Ippocrate”, la pagina facebook curata dal medico del 118 Manuel Ruggiero. Disegna una situazione solo leggermente migliorata rispetto allo scorso anno: 60 casi di violenza ai danni di operatori sanitari a Napoli, 88 in totale con quelli del territorio della Asl Napoli 2 nord mentre manca all’appello il territorio della Napoli 3 sud. A Napoli il solo Cardarelli, nel corso del 2023, ha registrato e oltre 50 casi di cui la metà nelle retrovie nelle corsie delle medicine e chirurgie.

L’ultimo episodio dieci giorni fa, in Medicina: un paziente ha sferrato un pugno in pieno volto al primario. La sua “colpa” non aver trasferito il paziente in una unità Covid che tutti sanno non esistere più dalla scorsa primavera. Per non parlare della complessa e prudente procedura che i sanitari sono stati costretti ad attivare per evitare “spedizioni punitive” che scattano puntuali quando si verifica un decesso. I casi da raccontare sono decine: il dito staccato di netto con un morso a un infermiere dell’ospedale del mare, l’infermiere picchiato selvaggiamente al Pellegrini dopo la morte di un paziente in codice rosso, il pronto soccorso devastato e la guardia giurata malmenata al San Paolo, le intimidazioni rivolte ai medici del Santobono. Una lunga sequela di casi in cui l’approccio di una parte dell’utenza al Servizio sanitario è da legge della giungla. «Al Pellegrini gli eventi violenti si sono attenuati sensibilmente negli orari in cui è presente il drappello» avverte il primario del pronto soccorso Eugenio Bellinfante. Un andamento simile al Santobono ma il Cardarelli, anche per la struttura in padiglioni, dove spesso mancano le guardie giurate, va in controtendenza.

Migliorata ma di poco la situazione all’ospedale del mare a fronte della recrudescenza negli ospedali di provincia: Pozzuoli, Castellammare, Frattamaggiore, Giugliano senza risparmiare gli accreditati come Fatebenefratelli, Betania, Villa dei Fiori di Acerra.

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«I dati del ministero si basano solo sulle denunce alle unità di risk-management che sono pochissime - aggiunge Manuel Ruggiero - i drappelli servono ma devono essere h 24 e in tutti gli ospedali. La situazione rispetto al 2022 è migliorata ma di poco, eventi in meno che non incidono in maniera significativa sulla qualità del lavoro e delle tutele». Un lavoro difficile e sottopagato gravato anche dalle botte. Anche questo uno dei motivi dello sciopero bis dei dirigenti medici che si è svolto ieri in tutta Italia. A Napoli con un sit-in a Piazza del Plebiscito a cui hanno partecipato circa 200 camici bianchi. Circa 1.500 gli interventi chirurgici rimandati e un migliaio di prestazioni e visite saltati. Una delegazione degli anestetisti e rianimatori dell’Aaroi, della Cisl medici, di Fassid (radiologi, patologi, psicologi del servizio pubblico e farmacie ospedaliere) e dei veterinari dell’Fvm è stata ricevuta dal capo di gabinetto della prefettura. 

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