Non sono gravi le condizioni di salute del ragazzino di 13 anni accoltellato ieri alla schiena da un compagno di classe durante l'ultima ora di lezione in un'aula di terza media della scuola Marino Guarano, a Melito. Soccorso da un'insegnante e poi dai sanitari di un'ambulanza giunta sul posto, l'alunno è stato trasportato al Santobono, dove gli sono stati applicati tre punti di sutura. La prognosi resta comunque riservata. Sul gravissimo episodio indagano i carabinieri della locale tenenza. Secondo i primi accertamenti il ferimento sarebbe avvenuto con un'arma da taglio. Sotto choc i compagni di classe e l'insegnante, che si avviavano a concludere le lezioni quando hanno visto dapprima sbiancare in volto e poi barcollare l'alunno, che cercava aiuto con la maglietta intrisa di sangue.
Scattato l'allarme, è stato disposto l'allontanamento dei compagni di classe ed è stata allertata la dirigente scolastica Marina Riccio. Sconosciuto finora l'assalitore, che avrebbe forse agito per futili motivi. Resta da chiarire perché detenesse in classe quella piccola arma. Sconvolti i genitori giunti ai cancelli dell'istituto per prelevare i propri figli, quando si è sparsa la notizia del ferimento. Per oggi è stato convocato il consiglio d'istituto per discutere del grave episodio, che segue di alcuni mesi quello altrettanto grave ai danni di un'alunna di 11 anni, percossa con pugni e calci nei bagni della scuola da una studentessa, che poi ammise un errore di persona. La vittima ha cambiato scuola, mentre è rimasta finora senza nome l'autrice di quel raid. «Per fortuna le condizioni dell'alunno ferito in classe - dice il sindaco Luciano Mottola - non destano preoccupazione, ma a destare preoccupazione è quanto accaduto all'interno di quello che dovrebbe essere un mondo ovattato, e che invece tiene in ansia centinaia di genitori.
Di una vera e propria emergenza educativa sul territorio parla il consigliere Nunzio Marrone della lista riferita al magistrato Catello Maresca; provvedimenti a carico di chi commette reati a scuola vengono chiesti dalla responsabile dell'associazione Diamoci un peso: «Da genitori - dice Manuela Del Frate - capiamo il malessere che possono avere i giovani e dobbiamo fare di tutto perché vengano aiutati concretamente; condanniamo in modo deciso e convinto la leggerezza e il disinteresse con cui si gestisce una platea scolastica difficile, ma non ingestibile».