Melito, tra i parchi residenziali
spuntano 25 box auto abusivi

Melito, tra i parchi residenziali spuntano 25 box auto abusivi
di Giovanni Mauriello
Martedì 29 Giugno 2021, 08:53
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Venticinque locali, adibiti a box auto e deposito merce, sono stati sequestrati, a Melito, nel corso di una vasta operazione della polizia municipale contro l'abusivismo edilizio e altri illeciti, coordinata dalla nuova comandante Maria Rita Papa. Sull'esistenza delle costruzioni non vi sarebbe traccia negli uffici tecnici comunali, alla cui guida negli ultimi anni si sono alternati una decina di funzionari, nominati e poi sostituiti o che hanno abbandonato spontaneamente l'incarico. Per diverso tempo, addirittura, uno dei settori più strategici dell'apparato pubblico locale, non ha avuto un titolare, ma è stato affidato ad interim ad altri dirigenti, un'anomalia sanata dal commissario prefettizio che si è insediato al municipio dopo lo scioglimento dell'assise consiliare. Il proprietario della vasta area al centro dell'inchiesta, adibita a ricovero di auto e furgoni, oltre quarant'anni fa avrebbe ricevuto dal Comune una autorizzazione per svolgere un'attività di parcheggio. La zona, circondata da parchi residenziali, è a ridosso dei capannoni di una ex lavanderia industriale, più volte occupata dai dipendenti per crisi aziendali, non risolte fino al fallimento; si estende su una superficie di oltre 8 mila metri quadri. Il sequestro riguarda opere murarie, innalzate in un terreno di circa 400 metri quadri. I 25 box, progettati in fila indiana, sono stati realizzati su una lunghezza di 80 metri e secondo il sopralluogo effettuato dai tecnici comunali sarebbero stati ultimati di recente, contrassegnati ciascuno con il numero di riferimento impresso ai lati delle saracinesche.


I vigili urbani hanno sequestrato i garage, disponendo lo sgombero ad horas dei locali. Un primo rapporto è stato inviato alla Procura di Napoli nord. Le indagini dei caschi bianchi vanno avanti, seguendo un filone informativo della magistratura, circa l'esistenza di presunti abusi in un rione strategico per i clan, al confine con Secondigliano. Un lavoro complesso, portato avanti dalla municipale che ha solo sei donne in organico e che ha visto di recente lo scandalo dell'arresto di due ex dipendenti, tra cui l'allora comandante, coinvolti in una maxi retata che ha portato in carcere o ai domiciliari 31 persone, per ipotetici coinvolgimenti con il clan degli Amato-Pagano, ritenuto dagli inquirenti egemone sul territorio.
 

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