«Movida a Napoli, giusto l'allarme: calpestate tutte le regole anti-Covid»

«Movida a Napoli, giusto l'allarme: calpestate tutte le regole anti-Covid»
di Valerio Esca
Giovedì 10 Settembre 2020, 08:30
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La movida torna al centro delle polemiche. Finite le vacanze estive i giovani si sono rituffati nei vicoletti di Chiaia, del Vomero, del centro storico. Mascherine queste sconosciute, oltre all'assenza totale di distanziamento, come denunciato sul Mattino da un ventenne. Dalle ultime immagini pubblicate sui social nel weekend scorso si possono notare decine e decine di giovani, uno sull'altro, senza mascherine. Abbracciati, festanti. Tutto consentito, ma non in un momento delicato come questo, in cui bisognerebbe utilizzare più testa e maggiore prudenza. Basti pensare all'altissima percentuale di giovani napoletani rientrati dalle vacanze con il Covid.

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I titolari delle attività alzano bandiera bianca: «La gente purtroppo è tanta, si ammassa e c'è poco da stare sereni - sottolinea Aldo Maccaroni, titolare di alcuni baretti a Chiaia e presidente dell'associazione dove sono riuniti i gestori dei locali della zona - Cosa possiamo fare noi? I ragazzi vengono ai baretti, noi li serviamo. All'interno dei locali facciamo rispettare le regole, ma quando sono in strada è compito delle forze dell'ordine controllare, non nostro». I titolari dei baretti si sono incontrati due giorni fa proprio per discutere della problematica che si è presentata post vacanze. A giorni dovrebbe partire una lettera per richiedere al Questore di Napoli «maggiori controlli, ma in orari che vadano da mezzanotte alle tre del mattino» e non prima: «Venire a controllare i baretti alle 18 per chiedere i documenti ai titolari dei locali una volta a settimana serve a poco nel contrasto al Covid rimarca Maccaroni . Servirebbe piuttosto una suddivisione di orari e zone differente. Ho letto ciò che ha denunciato sul Mattino Don Giuliano, parroco ai Decumani, e condivido le sue preoccupazioni. Ci sono zone che vivono maggiori difficoltà, sotto l'aspetto della movida, anche per caratteristiche. Ci sono vicoletti dove il distanziamento diventa davvero difficile. Ed è lì che si dovrebbe controllare maggiormente la movida. Ma alla fine ci andiamo di mezzo tutti». Zone che soprattutto nel fine settimana accolgono fiumi di migliaia di giovani.
 


Filippo Boccoli altro titolare di attività tuona: «Siamo alla retorica della retorica. I soldi non ci sono per gli straordinari dei vigili, i turni dopo un certo orario non si possono fare e alla fine la colpa è sempre la nostra. A questo punto dobbiamo affidarci al buon senso delle persone». Caterina Rodinò, presidente del comitato Chiaia viva e vivibile evidenzia: «A Chiaia come in tutta la città è ripartita la movida e purtroppo senza alcun rispetto delle regole. Ma in un momento così delicato diventa sempre più inaccettabile assistere impotenti a quanto avviene sotto i nostri palazzi dove le mascherine brillano per la loro assenza mentre gli assembramenti la fanno da padroni. Le regole ci sono ma non vengono fatte rispettare con controlli serrati ed elevando sanzioni a gestori ed avventori inviando così, oggi come sempre, il triste messaggio che in tema di movida le regole non esistono».

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«Sono anni che denuncio una movida sregolata, caciarona, selvaggia e molesta tuona il presidente della prima Municipalità Francesco de Giovanni -. Ed oggi più di ieri non possiamo permettere gli assembramenti selvaggi che si sono registrati negli ultimi giorni. Se le discoteche non fossero state aperte quest'estate probabilmente oggi non avremmo l'impennata di contagi.
E se discutiamo se aprire o meno le scuole, se tenere ancora chiusi stadi, cinema e teatri, non possiamo escludere interventi a tutela della salute anche sulla cosiddetta movida. È ora che soprattutto i più giovani si responsabilizzino. Lancio proprio a loro un appello affinché evitino di accalcarsi e di affollare i tradizionali luoghi della movida». 

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