Movida a Napoli, 15enne rapinata: «Coltello alla gola per 5 euro e il cellulare, vorrei solo scappare»

Movida a Napoli, 15enne rapinata: «Coltello alla gola per 5 euro e il cellulare, vorrei solo scappare»
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 13 Dicembre 2021, 23:58 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 18:50
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Ladri, vigliacchi e straccioni. Come si potrebbe diversamente definire chi punta la lama di un coltello alla gola di una ragazzina inerme mentre passeggia con gli amici? In quale altro modo si possono descrivere gli autori della rapina commessa domenica sera nel cuore del centro storico, a piazza Dante, se non uomini senza alcuna dignità? 

Un raid commesso in piazza Dante, circostanza che accresce l’angoscia dei tanti napoletani che ormai non si sentono più sicuri nemmeno nel cuore antico della città. Simona - la chiameremo così, con un nome di fantasia - ha soltanto 15 anni ma ha già provato sulla sua pelle il terrore di quella violenza che le ha lasciato anche un marchio sulla pelle: sul collo ha ancora i segni dell’incisione di quella lama brandita dagli assalitori.

A rendere noto l’episodio è stato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli, al quale si è rivolto il papà della 15enne, Massimo.

E l’amarezza, mista alla rabbia, si condensa nelle parole di questo genitore che ancora non riesce a farsi una ragione di fronte a quello che sua figlia è stata costretta a vivere: «Mia figlia ha soltanto 15 anni e quando sono andato a prenderla ovviamente piangeva e aveva dei graffi alla gola provocati dal coltello. È mai possibile che dei ragazzi non possono farsi neanche una passeggiata per colpa di questa feccia? Se ne avessi la possibilità prenderei la mia famiglia e scapperei via subito da questa città». «Possiamo biasimare chi è stanco di vivere qui, non sentendosi più al sicuro? - si interroga Borrelli - I cittadini vano tutelati e le strade non possono essere per loro off-limits. Se pensiamo che in centro accadono queste cose c’è di che allarmarsi. Le istituzioni devono intervenire e farlo in maniera decisa. La lotta alla criminalità deve essere la priorità». 

Ma ricostruiamo l’accaduto nelle parole della giovanissima vittima. 

Simona, ci racconti quello che è successo.
«Domenica sera con degli amici avevamo decise di andare da Piscinola, dove abito, in centro. Intorno alle 20,30 ci trovavamo in piazza Dante quando, all’improvviso, sono comparsi a piedi due giovani con il viso coperto da cappellini e scaldacollo. Mi si sono messi uno di fronte all’altro di lato e in dialetto mi hanno detto: “Dacci il telefono, i soldi e tutto quello che hai”. Sono rimasta paralizzata per il terrore, e d’altronde per come mi avevano accerchiata nemmeno riuscivo a muovermi, avevo il cuore in gola». 

Erano armati?
«Sì, quello con un giubbotto bianco e verde, magro e non molto alto, mi ha puntato la lama del coltello sul lato sinistro della gola, e spingeva forte, tanto che mi è rimasto il segno della ferita superficiale. Ma anche il complice impugnava un coltello».

Cosa hanno preso?
«L’Iphone e i cinque euro che avevo in tasca. Alla mia amichetta hanno rubato invece la sigaretta elettronica».

Chi c’era con te in quel momento?
«La mia amica, anche lei minorenne, ed un ragazzo di 16 anni. Più in là, distanti una ventina di metri, erano rimasti altri tre della comitiva. Alla fine hanno preso quello che potevano e si sono allontanati a passo veloce, ma senza correre». 

Non hai pensato di contattare le forze dell’ordine?
«No. A quel punto la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di chiamare mia madre. L’ho fatto grazie al cellulare di uno degli amici che erano distanziati e solo dopo averci raggiunti si sono resi conto di quanto era accaduto. Pur avendo un forte dolore al collo, dove mi avevano puntato la lama del coltello, non sono voluta andare in ospedale: in quel momento volevo solo parlare con mia mamma».

Ma poi la denuncia l’hai presentata?
«Sì certo, ieri mattina, sono andata a farla ai carabinieri di Marianella accompagnata da mia madre. Ripensando a quello che mi è successo mi verrebbe voglia di andar via da qui...». 

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