Napoli, lavori fantasma nel parcheggio mai nato all'Arenella: «Due indagati per truffa»

Piazza Leonardo, svolta nelle indagini: processo ai manager dell’azienda edilizia

Piazza Leonardo
Piazza Leonardo
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Martedì 30 Gennaio 2024, 23:44 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 07:22
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Doveva essere la svolta per la mobilità e la vivibilità dell’area collinare: un parcheggio interrato in piazza Leonardo, centinaia di posti auto invisibili ma sempre disponibili, capaci di decongestionare una delle zone più trafficate d’Italia, ma anche di esaudire richieste ed esigenze di tantissimi cittadini dell’Arenella. Un sogno rimasto tale, a giudicare dalla svolta investigativa che porta la firma del pm Maurizio De Marco: inizia il prossimo cinque febbraio il processo a carico dell’ex direttore dei lavori e del rappresentante legale della Edil Grem, la società edilizia chiamata da una coop di cittadini - si chiamava Coop Celebrano - per realizzare l’opera in piazza Leonardo. C’erano tutte le condizioni per creare il parcheggio interrato nel cuore del quartiere Arenella, ma le cose sono andate in modo diverso dai progetti e dalle premesse iniziali: si parte da una convenzione del Comune che, nel passaggio tra la giunta Iervolino e quella di de Magistris, consentiva di realizzare un’opera che avrebbe dovuto garantire il minimo di impatto ambientale con il massimo risultato. Un iter costruito all’ombra della legge Tognoli, che è comunque naufragato pochi anni dopo rispetto all’apertura del cantiere. In sintesi, lo stop ai lavori è arrivato nel 2016, quando ormai la vicenda dei lavori di piazza Leonardo era da tempo finita al centro di un contezioso giudiziario a colpi di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato.

Ma restiamo all’aspetto processuale. Prima udienza, il cinque febbraio prossimo, sono a giudizio Vincenzo D’Agostino, rappresentante legale della Edil Grem srl e Alfredo Nappo, direttore dei lavori per conto della stessa società. Truffa è l’accusa mossa ai due imputati, sulla scorta di un dato che emerge dal decreto di citazione a giudizio: sarebbero state redatte dei «sal» gonfiati. Parliamo dello stato di avanzamento dei lavori, che avrebbero evidenziato - almeno sulla carta - un progresso nella definizione dell’opera solo virtuale. Entrambi sono professionisti di riconosciuto spessore e avranno modo di dimostrare la correttezza della loro condotta. Scrive il pm: «D’Agostino, nella sua qualità di rappresentante legale, induceva il direttore tecnico a redigere “sal” artatamente gonfiati; Nappo, in quanto direttore dei lavori, avrebbe poi contabilizzato opere, servizi e prestazioni per un valore superiore rispetto a quello effettivaamente realizzate».

A leggere gli atti, si trovano importi di tremila e seicento euro e poi altri importi simili. Una vicenda che nasce dalle denunce della cooperativa Edilizia Celebrano, che era nata proprio per ottenere la realizzazione dell’opera. Una cooperativa che vedeva come soci anche tantissimi residenti, ovviamente interessati ad acquistare un posto auto vita natural durante per sè e per la propria famiglia, a prezzi di mercato. Difesi dal penalista napoletano Gaspare Lo Schiavo, i due imputati ovviamente non ci stanno. Anzi.

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Si dicono pronti a dimostrare la correttezza del lavoro svolto, passando al setaccio una delle stagioni più controverse del dibattito politico e amministrativo della città. Siamo all’inizio del decennio scorso, quando viene definito un accordo - tecnicamente, una convenzione - tra la cooperativa e il Comune. Ci sono gli investimenti dal basso, c’è un perimetro normativo offerto dalla Tognoli, il parcheggio si può fare. Nasce un cantiere che - giova ricordarlo - non ha vita facile. Anzi. Si muovono le associazioni, che puntano l’indice contro l’incubo di nuove cubatore e il rischio di deturpazione di una piazza storica di Napoli. Scattano i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, in un contenzioso che vede soccombere di volta in volta proprio il fronte dei ricorrenti. Il cantiere è ok - scrivono i giudici - si può andare avanti. Ma lo stallo comincia a scavare un solco temporale non indifferente.

I lavori vengono portati avanti dalla ditta Edil Grem, su cui - a un certo punto di questa storia - si focalizzano esposti e denunce di chi aveva messo mano agli investimenti per ottenere il sospirato parcheggio. Poi, la svolta definitiva. Purtroppo in negativo. Chiara la posizione della difesa, che può fare affidamento anche su due istanze di inadempimento con cui si intedeva ricordare ai contraenti della Cooperativa il mancato rispetto degli accordi iniziali. Un braccio di ferro destinato a riprodursi in udienza, al cospetto di un giudice mentre - ironia beffarda - la risistemazione della piazza continua a non piacere: non c’è il parcheggio sotterraneo, ma il nuovo look scatena residenti e associazioni per una serie di scalini ritenuti non in linea con la pianta iniziale.