​Figlio e sorella del neomelodico spacciatori di marijuana e cocaina

​Figlio e sorella del neomelodico spacciatori di marijuana e cocaina
Venerdì 16 Gennaio 2015, 08:49 - Ultimo agg. 12:02
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Torre Annunziata. Lui e sua moglie aiutavano il figlio e il nipote a tenere attiva una piazza di spaccio «al minuto» tra Boscoreale e Torre Annunziata. È finito in manette Antonio Ercolano, 63 anni, un vigile urbano di Palazzo Criscuolo, cognato del cantante neomelodico Ciro Marciano, in arte «Tony».



Insieme alla compagna 59enne Rosa, in più occasioni, secondo gli inquirenti, collaborava per portare avanti il business di suo nipote Francesco Marciano, 28 anni (figlio del cantante) e da suo figlio Luigi, 29enne. È quanto è emerso al termine di un'indagine coordinata dalla Dda di Napoli, iniziata a luglio del 2012, dopo un'operazione antidroga contro il clan Gionta nel 2010, in cui venne arrestato anche Tony Marciano: la cosca importava droga dall'Olanda.



A stringere le manette attorno ai polsi degli ultimi 14 reduci del clan, sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, del maggiore Alessandro Acquaro. Secondo gli inquirenti, mentre Francesco e Luigi si occupavano di confezionare le dosi, Rosa e Antonio, l'agente di polizia locale, aiutavano i ragazzi a consegnare e custodire la marijuana. Sono tre le piazze di spaccio smantellate ieri mattina dai carabinieri: una a Largo Grazie, una a Parco Apeca e un'altra a Largo Genzano, dove, secondo gli inquirenti a comandare era una donna, già detenuta dall'anno scorso.



Si chiama Mariarca Muscerino, ha 35 anni. Sarebbe stata lei a gestire contabilità e droga nel quartiere, dopo che Antonio Guarro (anche lui arrestato ieri), detto «a scigntella» è finito in carcere per spaccio di droga e detenzione di armi. Non una dose di droga, né uno stipendio ai pusher sarebbe mai stato pagato senza che lei lo sapesse, né un carico di droga dai Gionta sarebbe mai stato comprato senza prima passare per lei. Mariarca poi, in alcuni casi, secondo gli inquirenti aveva esteso i confini della sua piazza di spaccio, arrivando fino al Piano Napoli di via Settetermini a Boscoreale.



A fare da tramite tra la 35enne e i pusher del paese limitrofo, ci sarebbe stata una ragazza, Lucia Di Lorenzo, 25 anni: è grazie a lei, secondo gli inquirenti, che gli spacciatori boschesi compravano la marijuana e la cocaina da Romina Nappo, 26 anni (già in carcere) e Antonio di Prisco, 31. Anche loro tre sono finiti in carcere. A Parco Apeca invece si spaccia solo in casa. Lì lo smercio sarebbe stato gestito da una donna. È Maria Guarino, ha 38 anni, e secondo gli inquirenti coordina e dirige lo spaccio dei pusher insieme a un minorenne, facendosi aiutare per nascondere la droga da una donna anziana, insospettabile: Luigia Talamanca, 60 anni.



A Largo Grazie invece, a comandare il business della droga ci sono Raffaele Carpentieri, 34 anni, insieme a Vincenzo Napoli, alias «'o pechinese», già in carcere e Angelo Stanzione, 31 anni. Numerosi sono gli episodi di spaccio di marijuana e cocaina per strada, anche davanti alla stazione delle Ferrovie, documentati dagli inquirenti.



Associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata allo spaccio, traffico di droga dall'Olanda: queste a vario titolo le accuse a carico dei 14 indagati, che affronteranno l'interrogatorio di garanzia domani mattina. Secondo gli inquirenti tutti si rifornivano dal clan Gionta: ma ora la cosca più potente di Torre Annunziata è stata privata anche dei pochi pusher liberi rimasti. Le indagini sono state condotte con intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Aniello Nasto, Vincenzo Saurro, Michele Luppo, Giuseppe Di Nocera.



g.s.