Banco Napoli, bufera sull'inchiesta
«Quel reato non vale per i privati»

Banco Napoli, bufera sull'inchiesta «Quel reato non vale per i privati»
di Valerio Iuliano
Domenica 1 Ottobre 2017, 09:29
2 Minuti di Lettura
Dai rilievi del ministero dell'Economia di tre mesi fa all'inchiesta della Procura della Repubblica. La Fondazione Banco di Napoli è di nuovo nella bufera. Le faide intestine dei mesi scorsi - e in particolare gli esposti presentati da alcuni consiglieri - hanno indotto la Procura a indagare sulla gestione della Fondazione. L'irruzione della Guardia di Finanza nella sede di via dei Tribunali 213, con l'acquisizione di documenti utili a ricostruire tutte le tappe della vicenda, ha anticipato l'apertura delle indagini. L'abuso d'ufficio è un'ipotesi al centro degli accertamenti. Un'ipotesi che il presidente della Fondazione Daniele Marrama, che sarebbe indagato per un atto dovuto, contesta con forza. «Alla luce del riconoscimento unanime e ormai consolidato della natura esclusivamente privata delle fondazioni di matrice bancaria - si legge in una nota dell'ente - la Fondazione Banco di Napoli ed il suo Presidente certi della totale legittimità del loro operato esprimono massima fiducia nell'attività della magistratura inquirente, auspicando al contempo che la realtà dei fatti possa emergere in tempi rapidi».


La natura privatistica della Fondazione di via dei Tribunali è, dunque, il perno della tesi di Marrama che cita espressamente alcune sentenze in materia, dal decreto legislativo 153 del 1999 alle pronunce della Corte Costituzionale del 2003, fino a un parere del Consiglio di Stato del 2002. «Le fondazioni sono persone giuridiche private», recita ad esempio l'articolo 1 del decreto legislativo del 1999. In virtù del carattere privatistico della Fondazione, non dovrebbe essere ipotizzabile per Marrama l'abuso d'ufficio, che implica condizione di pubblico ufficiale. Dall'entourage dello stesso Marrama ricordano che anche l'Anac presieduta da Raffaele Cantone aveva considerato la Fondazione una onlus da inserire nella sfera del diritto privato. Tuttavia, le contestazioni mosse ai vertici della Fondazione dai detrattori di Marrama abbracciano anche molte altre argomentazioni, che vanno al di là della questione sulla natura privata o pubblica dell'ente. Una serie di rilievi sulla governance dell'ente di via Tribunali e che sono stati avanzati con modalità differenti dal cassazionista Francesco Fimmano', consigliere designato dalla Regione la cui nomina non è stata approvata dal Consiglio generale, e poi in molte sedi dal consigliere generale Orazio Abbamonte.


Continua a leggere sul Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA