Napoli Est, giovani a rischio diventano attori e registi: «Il nostro docufilm su Pasolini»

Nulla accade per caso: quello che oggi rappresenta Figli in famiglia è il risultato di un percorso nato trent'anni fa

Napoli Est, giovani a rischio diventano attori e registi
Napoli Est, giovani a rischio diventano attori e registi
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 6 Gennaio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 09:03
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Il miracolo di ripete ogni giorno da una decina d'anni. A San Giovanni a Teduccio - in via Ferrante Imparato, lontana appena cento passi dal fortino di uno dei più temibili clan di camorra - 80 giovanissimi vengono sottratti ai rischi della strada in un quartiere dove è facile imboccare il percorso sbagliato. Hanno tutti dai sei ai 17 anni, e oltre il cancello dell'Oasi studiano, frequentano il doposcuola, praticano attività sportive e danno vita a un laboratorio di artigianato che per molti di loro rappresenterà un'importante occasione di vita e di mestieri. Bambini e ragazzi nati e cresciuti in contesti socio-familiari complicati: un caso quasi unico nel panorama dell'area metropolitana che dimostra come sia possibile agire sul fenomeno della devianza minorile e della dispersione scolastica. L'ultimo traguardo raggiunto guarda al cinema di qualità e si è concretizzato nella realizzazione di un docu-film, Ti racconto Pasolini, una sfida già vinta.

Tutto nasce grazie all'impegno di Carmela Manco, che oggi è un po' la nonna, l'anima e la guida di questi giovanissimi sottratti alle lusinghe della piccola e grande criminalità sangiovannese. Il suo lavoro ultraventennale all'interno di quella che un tempo era una fabbrica metallurgica - fiore all'occhiello nella realtà della zona orientale di Napoli, e che oggi è diventata un'ancora di salvezza e un porto sicuro per l'infanzia - è stato premiato: la Onlus Figli in famiglia ha concorso ad un bando regionale destinato a finalità sociali, aggiudicandosi un finanziamento che è stato destinato alla realizzazione del documentario su Pierpaolo Pasolini.

«L'idea - spiega a Il Mattino Carmela Manco - è stata sviluppata dai nostri ragazzi fino a diventare una sceneggiatura improntata ai rapporti dai più, peraltro, poco conosciuta dei rapporti tra il regista friulano del quale sono appena ricorsi i cent'anni dalla nascita e la città di Napoli.

Sulla base di un ampio materiale documentale raccolto i ragazzi hanno realizzato questo film che a febbraio vedrà la sua prima proiezione. Al progetto ha concorso in maniera determinante Arci Movie, raccogliendo poi anche l'adesione della Asl Napoli 1 Centro».

Grazie al progetto, nato anche grazie all'impegno dell'ex prefetto di Napoli, Marco Valentini, e con i fondi della Regione Campania Manco è riuscita anche a portare per alcuni giorni i suoi ragazzi impegnati nel progetto a Casarsa, cittadina di cui era originario il grande regista friulano, e dove hanno visitato il Centro Studi a lui dedicato.

Tutto grazie alla caparbietà di Carmela. Ieri pomeriggio ha organizzato la festa della Befana per i più piccoli. «Seguendo loro - spiega - siamo arrivati a curarci anche delle loro famiglie. Il nostro sistema educativo pone al centro l'individuo in quanto persona capace di pensare, di sentire, di provare emozioni, titolare di diritti, soggetto attivo, capace di instaurare relazioni significative, ricco di potenzialità».

Tutto ciò che esce da questo laboratorio di legalità e di educazione è strutturato in modo da offrire opportunità di incontro con più materiali, più linguaggi, più punti di vista, più figure di riferimento, in modo da valorizzare tutti gli aspetti della personalità di chi entra a farne parte. «Oggi - conclude Manco - posso dire di aver raggiunto il risultato che mi ero proposta. E se dovessi anche morire questa notte, chiuderei gli occhi serena, sapendo di avercela fatta».

Una storia a lieto fine, ma anche un modello unico e forse da esportare in altre zone della città nella quale i fenomeni della dispersione scolastica e della devianza minorile sono diventati una piaga purulenta. La sfida di ciò che quotidianamente si realizza all'interno dell'Oasi è la dimostrazione che anche i sogni possono diventare realtà.

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Ma nulla accade per caso. E quello che oggi rappresenta Figli in famiglia è il risultato di un percorso nato trent'anni fa. Il 4 marzo 1993 l'associazione fu stata costituita legalmente, si diede uno statuto e rafforzò il suo impegno nei confronti di famiglie multiproblematiche, per promuoverne lo sviluppo sia culturale che sociale. E uno degli scopi dell'organizzazione resta appunto quello di formare e orientare i minori alla convivenza civile, creando situazioni in grado di allontanarli dalla strada. L'organizzazione si pone come punto di riferimento nei confronti dei genitori e dei figli, allo scopo di ristabilire i rapporti all'interno della famiglia; tra la famiglia e la scuola; tra la famiglia e la società; tra i giovani ed il mondo del lavoro onesto e legale. Lunga vita all'Oasi. 

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