Forcella, è il cugino di Annalisa Durante il pizzaiolo a cui un barista ha puntato la pistola che si è inceppata

La lite di martedì scorso nata per l'accaparramento dei clienti

La polizia in azione a Forcella
La polizia in azione a Forcella
Venerdì 26 Maggio 2023, 11:10 - Ultimo agg. 27 Maggio, 08:03
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È il cugino di Annalisa Durante, vittima innocente della criminalità organizzata, colpita per errore durante un agguato il 27 marzo 2004 a Napoli, il pizzaiolo al quale un barista ha puntato la pistola durante una lite per l'accaparramento dei clienti.

Il fatto è avvenuto intorno alle 12 di martedì scorso: secondo il racconto dei testimoni e della stessa vittima, che si chiama Antonio Durante, il barista 60enne Gennaro Peluso ha preso una pistola che aveva nel suo negozio e l'ha puntata contro il pizzaiolo premendo anche il grilletto. Per fortuna l'arma non ha sparato.

Il gesto ha provocato un “fuggi fuggi” generale nella zona di Forcella, particolarmente affollata a quell'ora. A terra, la polizia ha trovato un proiettile inesploso calibro 7,65 e nel bar, durante una perquisizione, un sacchetto contenente una bomboletta di olio per lubrificare armi, uno strumento per pulirle e un hard disk.

Tutto il materiale è stato sequestrato.

Ieri, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto per l'accusa, formulata dalla pubblica sicurezza e dalla Procura, di tentato omicidio aggravato dai motivi abietti e futili, il gip di Napoli, Marco Giordano, ha convalidato la misura cautelare e disposto i domiciliari per Peluso, difeso dall'avvocato Fabrizio De Maio.

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L'indagato ha reso una versione dei fatti diversa, da quella raccolta dalla polizia, ritenuta inattendibile dal giudice. Ha riferito, in sostanza, di avere subito l'aggressione nel suo bar da parte di Durante e di un suo collaboratore e di essere stato costretto a metterli in fuga estraendo una pistola giocattolo che teneva sotto il bancone.

L'indagato ha anche riferito di essersi poi allontanato in sella a uno scooter e di avere deciso di gettare l'arma giocattolo in un cassonetto prima di tornare indietro, dopo avere visto dal suo cellulare, collegato con il sistema di videosorveglianza del negozio, che sul posto era arrivata la polizia. Gli agenti, al termine degli accertamenti, lo hanno però arrestato. Il suo racconto è apparso inverosimile al giudice e ora determinante ora sarà l'analisi dei sistemi di videosorveglianza per delineare nei minimi particolari la vicenda.

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