Roberto Saviano a Napoli: «Facile delegittimare i giudici»

Artisti e scrittori a confronto al Maschio Angioino

Roberto Saviano con Ida Teresi e gli altri relatori del convegno
Roberto Saviano con Ida Teresi e gli altri relatori del convegno
di Giuliana Covella
Sabato 23 Marzo 2024, 10:00 - Ultimo agg. 24 Marzo, 09:00
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«È molto facile delegittimare un magistrato, ecco perché l'autonomia oggi è fondamentale». A dirlo è Roberto Saviano, intervenuto al convegno “Dialoghi con la magistratura” organizzato al Maschio Angioino da Ida Teresi, presidente della Giunta distrettuale di Napoli dell'Associazione nazionale magistrati. All'iniziativa hanno partecipato gli attori Silvio Orlando, Cristina Donadio, Gianfranco Gallo, Daniele Russo, il rapper Lucariello e Mamadou Kouassi, che con la sua storia ha ispirato “Io capitano” di Matteo Garrone e che così ha ricordato: «Questo film mi ha dato la possibilità di diventare la voce di chi non ce l'ha». Presenti anche gli studenti dei licei Vittorio Emanuele e Genovesi, e i bambini della scuola calcio Spartak San Gennaro.

L'iniziativa 

«L'autonomia e l'indipendenza del magistrato come garanzia dell'equilibrio dei poteri nell'assetto democratico delineato nella Costituzione italiana»: è stato il tema intorno al quale si sono confrontati i relatori del dibattito promosso dall'Associazione magistrati. A spiegare l'impronta non istituzionale data all'evento è Ida Teresi: «È l'adempimento di un mandato assembleare, perché a fine novembre noi magistrati associati ci siamo incontrati a Roma, per discutere dei temi delle riforme e dell'impatto che potrebbero avere sull'assetto costituzionale della magistratura.

Quindi sulla democrazia del Paese, e siamo preoccupati per l'indipendenza della funzione giudiziaria, che non è un nostro privilegio ma una garanzia affinché ci sia uguaglianza di tutti davanti alla legge». 

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I temi 

Ad aprire l'incontro Roberto Saviano, che si è soffermato sul rapporto tra criminalità organizzata e magistratura. «O meglio come i giudici vengono visti dai criminali. Dipende dall'epoca, ad esempio tra gli anni '70 e '80 il giudice veniva visto come comprabile, e chi non lo era veniva ammazzato. Le cose sono cambiate negli anni, ma secondo molti criminali continua a essere necessaria l'avvicinabilità per ammorbidire il giudice. Come? Con la sua famiglia, fratelli, cugini, fidanzate ed è il metodo che le organizzazioni criminali credono di poter utilizzare, invece è molto difficile specie nel penale». Un altro aspetto, prosegue l'autore di “Noi due ci apparteniamo” in uscita ad aprile sui rapporti tra sesso e mafia, «è come la carriera sia un modo per allontanare il magistrato dalle indagini, quando diventa troppo famoso con interviste, iniziando a fare politica e ad allontanarsi dai fatti. Quindi uno strumento per liberarsi del magistrato bravo è fargli fare carriera, come avviene con i giornalisti». Dopo aver ricordato il sacrificio di Annalisa Durante (di cui tra poco ricorrerà il ventennale), Saviano ha affrontato il tema intercettazioni, ribadendo che è fondamentale regolamentarle: «Non si può tuttavia pensare che regolamentare significhi cassare la possibilità per un giornalista di accedervi». Infine lo scrittore si è detto contrario all'autonomia differenziata, definendola «una forma di sabotaggio reale. Il sud Italia pagherà un prezzo altissimo». 

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