Incendio al Vomero: uomo muore di infarto

Stufa in tilt, dramma in via Kagoshima: le fiamme distruggono un appartamento

Vigili del fuoco
Vigili del fuoco
di Viviana Lanza
Mercoledì 29 Novembre 2023, 23:54 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 07:28
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Prima l’incendio scoppiato in casa, quasi certamente, per via di una stufa elettrica difettosa, e alcune ore dopo un malore fatale per un 36enne. In via Kagoshima, nel cuore del Vomero, un fatto di cronaca si lega a un dramma familiare. I genitori di Emanuele G., entrambi sessantenni, sono ricoverati in gravi condizioni in ospedale e ancora non sanno che il loro unico figlio è deceduto a causa di un infarto.

Emanuele, 36 anni, disabile, per tutti Lillo, è morto domenica scorsa, alcune ore dopo il trasferimento dei genitori in ospedale a seguito dell’incendio divampato nel loro appartamento. Unico figlio della coppia, Emanuele era in casa al momento del rogo ma in una stanza diversa da quella in cui si trovavano i suoi genitori e in cui erano divampate le fiamme, e per questo non aveva riportato alcuna ferita né era rimasto intossicato come invece accaduto ai genitori costretti al ricovero nel Centro grandi ustionati del Cardarelli. IIleso, dunque, Emanuele era rimasto, insieme a un parente che lo accudiva, nella casa al Vomero che i vigili del fuoco, una volta domato l’incendio, avevano dichiarato agibile. Ma nella notte di domenica ha accusato un malore, chissà se proprio a causa dello spavento e dello choc dovuti all’incendio divampato alcune ore prima nella sua casa. E il malore non gli ha lasciato alcuna possibilità di salvezza.

In un post su Facebook, la giornalista Luisa Russo (storica firma de Il Mattino) racconta il dramma della famiglia a cui partecipa l’intero rione. Tra i residenti e i commercianti di via Kagoshima, infatti, e fra tutti coloro che conoscono i genitori di Emanuele e hanno conosciuto quel loro unico e amato figlio, «trattato come un principe e accudito sempre amorevolmente», c’è chi si domanda come e quando comunicare ai genitori che Emanuele non c’è più, che un malore si è rivelato fatale per lui. Chi vive o lavora in quella strada che attraversa una delle zone panoramiche e residenziali del quartiere Vomero ricorda perfettamente Emuanele e le sue passeggiate insieme al padre ex dipendente di una compagnia marittima, e l’idea che adesso non ci sia più addolora tutti. 

È sabato sera. Nell’appartamento di via Kagoshima, nel tratto che unisce via Santo Stefano a via Aniello Falcone, le fiamme divampano in pochi minuti e divorano una parte della casa. Marito e moglie sono in una stanza, il figlio è in un’altra. Un corto circuito dovuto a una stufa malfunzionante innesca l’incendio.

La stufa è nella camera dove si trovano i coniugi (61 anni lui e 62 lei) ed è lì che in un attimo le fiamme divampano. Marito e moglie si procurano ustioni e ferite nel tentativo di arginare il rogo e raggiungere il figlio per mettersi in salvo.

Qualcuno nel palazzo si accorge di quanto sta accadendo, avverte immediatamente i vigili del fuoco e intanto interviene per dare aiuto alla famiglia imprigionata dalle fiamme. Il portiere dello stabile e un altro condomino sono i primi ad accorrere. In pochi minuti arrivano anche vigili del fuoco, poliziotti e personale del 118. I pompieri riescono a domare l’incendio, l’ambulanza soccorre i due coniugi e li trasporta d’urgenza all’ospedale Cardarelli dove tuttora sono ricoverati in condizioni che i medici hanno definito molto gravi.

I poliziotti si confrontano con i vigili del fuoco, ipotesi corto circuito al vaglio. Nell’appartamento i danni non appaiono tali da renderlo inagibile, sicché il figlio 36enne della coppia ha la possibilità di rimanere a dormire nella sua camera al termine dei sopralluoghi degli inquirenti. È anche lui sotto choc per quanto accaduto e un familiare gli fa compagnia in casa. Nessuno ovviamente può immaginare che di lì a poche ore si consumerà una tragedia più grande. Durante la notte Emanuele muore per infarto. Un dramma nel dramma.

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