Napoli, rubano motorini a Posillipo: ripresi dalle telecamere, è caccia alla banda di ladri

Napoli, rubano motorini a Posillipo: ripresi dalle telecamere, è caccia alla banda di ladri
di Leandro Del Gaudio
Domenica 31 Ottobre 2021, 00:09 - Ultimo agg. 17:01
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Uno è corpulento, grosso di stazza, ha i guanti di lattice bianchi e la “divisa” di ordinanza: tuta nera, tucano nero, casco integrale nero. Gli altri due sono mingherlini e più agili, sempre vestiti di nero (uno dei due ha uno zainetto alle spalle) si muovono coordinati, sono padroni della scena. Eccoli al centro di un garage privato, via Manzoni, Posillipo, zona letteralmente presa d’assalto da ogni genere di crimine predatorio, grazie a cantieri infiniti, vie di fuga, mancanza di presidi fissi da parte delle forze dell’ordine. Assaltano i condomìni privati, rovistano nei garage, puntano agli scooter, all’obiettivo più facile, all’insegna del minimo sforzo, massimo risultato. È successo due notti fa, venerdì mattina intorno alle tre e mezza. 

Notte fonda, una zona residenziale, al riparo dalla movida, tante persone che lavorano e che provano a condurre un’esistenza lontana dai rischi. Tutto avviene in una manciata di minuti. C’è una telecamera che inquadra l’ennesima incursione di tre malviventi. Sanno come agire, hanno studiato la zona, conoscono i punti deboli dei propri target, hanno studiato gli orari e gli ultimi acquisti.

Sanno di avere una buona manciata di minuti a disposizione, forti della consapevolezza che nasce dai limiti del piano sicurezza cittadino, all’insegna di una coperta che è sempre troppo corta quando si tratta di arginare le tante facce del crimine predatorio. Sanno che anche se entrassero in funzione tutti gli antifurti possibili, da queste parti non passerà alcuna volante di forze dell’ordine, causa spending review che restringe gli organici a disposizione. Anche questo fa parte dell’emergenza napoletana. 

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Ma torniamo alla performance del trio, secondo quanto emerge dal video a disposizione del Mattino, su cui sono ovviamente in corso le indagini: sono passate le tre e mezza di notte, quando all’esterno del condominio spuntano tre sagome nere in sella a due scooter. Iniziano a forzare un cancello esterno di un condominio, riuscendo a creare un varco per accedere nei box sotterranei del palazzo. Poche mosse, ben calibrate e il cancello si piega come burro, tanto che viene formato un corridio di accesso all’interno del parco residenziale, che fungerà anche da corridoio per la via di fuga. 

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La scena a questo punto è immortalata da un’altra telecamera, fissata all’interno del garage. Rieccoli. Sono i due magri e il terzo più corpulento (quello che ha dei guanti di lattice bianchi) e hanno le idee chiare. Facile immaginare che da tempo studiavano i parchi e gli edifici privati della zona, magari annotando le persone in sella a scooter nuovi, freschi di concessionaria. È ancora la telecamera interna ad essere impietosa: puntano un motorino Aprilia e in una manciata di secondi vengono eliminati antifurti e dissuasori: non hanno le chiavi, ma armeggiano all’altezza della canna dello sterzo, tanto che il ciclomotore viene messo in moto. Un’azione senza intoppi, i tre possono scappare. Un colpo facile? Sono completamente impuniti? Potrebbe non essere così, dal momento che gli investigatori hanno notato un particolare nelle fattezze fisiche (o nelle movenze) di uno dei tre predatori di via Manzoni.

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Verifiche in corso, si indaga in due direzioni. Come è noto Posillipo è presa d’assalto da due realtà criminali: quella che riconduce al rione Traiano; e quella del centro storico, tra la Pignasecca e il rione Sanità in particolare. Uno scenario che si è aggravato negli ultimi tempi, ovviamente con la ripresa delle attività e il ritorno a una vita (quasi) normale dopo i mesi del lockdown. Forze dell’ordine centellinate, sempre meno uomini a disposizione, turni che fanno fatica a coprire intere fette di area metropolitana. Mano libera da parte del crimine spicciolo, quello che si accanisce sulla vivibilità di tantissime persone, esattamente come accaduto alcuni giorni fa, quando una donna di ottanta anni è stata travolta nel corso di una rapina. Una vicenda - quella di Annamaria Malangone (lady Panada) - che ha messo a nudo il lato debole della collina più amata dai napoletani, ma anche le falle del sistema di controllo su un pezzo di città da troppo tempo abbandonata a se stessa.

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