Metropolitana di Napoli linea 1: sui collaudi di notte non c'è ancora intesa

Nulla di fatto al vertice ministeriale: trattativa in salita con i sindacati

I nuovi treni della metropolitana
I nuovi treni della metropolitana
di Valerio Esca
Venerdì 24 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:22
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Slittano i collaudi e si allungano i tempi per la messa in esercizio del secondo dei nuovi treni della linea 1. Dalla riunione che si è tenuta ieri al ministero dei Trasporti, con Ansfisa e sindacati, ci si attendeva una fumata bianca affinché venissero sbloccati i controlli notturni sui treni della metropolitana di Napoli. Ma così non è stato. Almeno per il momento le prove dinamiche di frenatura in linea, in regime di interruzione della circolazione (senza la presenza di viaggiatori) sono sospese fino a quando non si troverà un accordo tra le parti. Dopo l’apertura del tavolo delle trattative da parte del Mit si proseguirà con le chiusure diurne del metrò, con conseguenti disagi per i cittadini, oppure resterà tutto fermo fino all’intesa sulla vertenza. 

Cosa è accaduto ieri al Mit? La riunione con i sindacati è stata interlocutoria: «Un’apertura c’è stata e il clima per proseguire il dialogo è positivo - dicono dal ministero - Si è trattato di un primo faccia a faccia durante il quale si sono messe sul tavolo una serie di soluzioni possibili per venire incontro alle richieste dei lavoratori, ma delle quali bisognerà riparlare». In parole povere non c’è ancora una data sullo sblocco dei collaudi notturni. 

 

Il prossimo appuntamento dovrebbe essere fissato tra due settimane. La speranza è che in quell’occasione si riescano a dipanare tutti i nodi per riprendere il delicato lavoro che l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali porta avanti sugli impianti fissi in tutta Italia.

Da quanto si apprende «da parte dei sindacati c’è stata grande apertura e disponibilità nei confronti del Mit». «Il ministro – aggiungono da Porta Pia - ha preso a cuore la situazione» e ricordano come «Salvini sia al Mit da pochi mesi e abbia ereditato questa situazione dal passato, dopo molti anni di ministri espressione del centrosinistra». «Ci sono effettivamente delle cose da dirimere – evidenziano ancora -, ma per intervenire in un contesto così nodoso bisogna fare un percorso. Si è cominciato ad analizzare una serie di soluzioni che andranno discusse».  

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Cosa chiedono i sindacati? Un adeguamento salariale rispetto all’attuale contratto. Gli addetti ai controlli sulla metropolitana di Napoli rientrano infatti tra i dipendenti ex Ustif assorbiti dall’Ansfisa nel gennaio 2022. Lavoratori con un trattamento economico differente rispetto ai colleghi dell’Agenzia. Servirà probabilmente un decreto che chiami in causa più di un’amministrazione, ma necessario per ottenere i fondi utili a pagare le unità ex Ustif. La battaglia sindacale che a dicembre ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione parte proprio da questa differenza salariale. Inoltre i sindacati hanno posto anche altre due questioni: la carenza di personale nell’Ansfisa e alcune problematiche legate alle sedi periferiche, oggi completamente svuotate. «Alla prossima riunione – incalzano dal Mit - ci sarà anche una stima fatta sulle sedi e sul carico di lavoro che grava su di esse». I napoletani intanto restano ostaggio di uno scontro che va ben oltre i confini cittadini. Seppure dal Mit trapeli una certa «positività» rispetto all’esito dell’incontro di ieri, la situazione all’ombra del Vesuvio resta piuttosto ingarbugliata. Ad oggi non ci sono in calendario né le prove per i nuovi treni, tantomeno le revisioni su quelli vecchi. Comune di Napoli e Anm sono in attesa di un segnale da Roma che potrebbe arrivare nelle prossime ore. Palazzo San Giacomo – che non era presente al tavolo - vuole sostanzialmente capire se riprendere e quando le verifiche sui rotabili. E non è cosa da poco in una situazione di per sé già al limite. 

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