Metropolitana di Napoli, collaudi di notte per i nuovi treni? ​Oggi il vertice al ministero

Incontro voluto da Salvini dopo il caos sui test che bloccano le corse

I nuovi treni del metrò
I nuovi treni del metrò
di Paolo Barbuto
Giovedì 23 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:36
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Appuntamento per questa mattina, a Roma: i vertici ministeriali dei Trasporti e del Tesoro incontreranno i sindacati dell’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, L’Ansfisa. Il vertice è stato richiesto dal ministro Matteo Salvini in persona, subito dopo l’esplosione del caso-Napoli con le prove dei nuovi treni della Metropolitana che non si svolgono più di notte per motivi burocratico-sindacali.

Per settimane richieste d’intervento al Mit sono giunte dal sindaco Manfredi e dell’assessore Cosenza, a quelle richieste se ne sono aggiunte decine di cittadini comuni e, infine, quella del presidente della commissione trasporti del Comune, Nino Simeone, che ha scritto direttamente a Salvini. 

Partiamo dalla porzione della vicenda che maggiormente colpisce i napoletani: le prove sui nuovi treni della Metropolitana. Si tratta di test che vanno eseguiti per consentire ai convogli di entrare in servizio e, fino allo scorso mese di novembre, venivano eseguite di notte, come d’abitudine, per evitare di creare disagi al servizio.

Poi è scoppiato il caos burocratico che ha prodotto l’agitazione sindacale: gli addetti dell’agenzia di sicurezza non ricevono pagamenti per il lavoro straordinario, cioè quello notturno, sicché hanno chiarito che avrebbero partecipato alle prove sui treni napoletani, e su ogni altra infrastruttura ferroviaria o stradale d’Italia, solo in orario d’ufficio, durante il giorno. Per questo motivo dall’inizio dell’anno la metropolitana di Napoli è costretta a chiudere per intere giornate in modo da lasciare spazio ai test. In attesa di una svolta al Ministero, le prove previste per questa settimana (erano già pianificate martedì e oggi con conseguente stop al servizio) sono state annullate. Ma i segnali che giungono da Roma non sembrano presagire una rapida soluzione alla questione, così, probabilmente, le prove diurne proseguiranno ancora per qualche tempo. 

Sul tavolo del Ministero, oggi i sindacati porteranno la paradossale situazione che s’è creata con l’inglobamento nella attuale agenzia di controllo, l’Ansfisa, di una struttura che in precedenza si occupava esclusivamente delle verifiche sugli impianti ferroviari e a fune, la Ustif. Quest’ultima struttura era una diretta emanazione del Mit ma, al trasferimento dei dipendenti all’agenzia autonoma non ha fatto seguito anche il trasferimento dei fondi per gli stipendi. Così, allo stato attuale, una parte dei dipendenti dell’Ansfisa, quella che si occupa anche delle prove sui treni della metro di Napoli, riceve lo stipendio direttamente dal Tesoro che si occupa dei pagamenti agli addetti ministeriali. Gli emolumenti, però, si limitano ai soli pagamenti di base, senza la possibilità di prevedere eventuali straordinari, ecco perché il lavoro straordinario non viene più eseguito. 

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Ma c’è di più, ed è su questo che i sindacati chiedono grande attenzione. Al momento della creazione di un’unica struttura di controllo di strade, ponti, ferrovie, tramvie e impianti a fune di tutta Italia, era stato annunciato che la dotazione di personale per l‘agenzia sarebbe stata di seicento unità mentre, attualmente, ce ne sono poco più di trecento.  Al tavolo del ministero i sindacati spiegheranno che effettuare i controlli e le verifiche specifiche sull’intero sistema dei trasporti italiano, dalle strade ai binari ai ponti, è materialmente impossibile con una dotazione di seicento addetti, solo un sesto dei quali destinato ai controlli sul campo. Insomma, si porrà anche una questione di sicurezza generale dei trasporti. La matassa è difficile da sbrogliare, i lavoratori non intendono più aspettare per la regolarizzazione delle posizioni all’interno di Ansfisa né sulla dotazione del personale. E in mezzo alla bufera c’è il caso della metropolitana di Napoli per il quale, probabilmente, i tempi saranno ancora lunghi.

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