Napoli, nella Biblioteca di Annalisa Durante il convegno #IoDono

Convegno sulla donazione degli organi
Convegno sulla donazione degli organi
di Emma Onorato
Mercoledì 4 Maggio 2022, 21:45
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La scelta legata alla donazione di organi dovrebbe essere considerata non soltanto un atto d'amore, ma un gesto naturale, una decisione dettata da un sentito approccio civico perché: donare può davvero salvare una vita. Per far sì che questo concetto venga assimilato è fondamentale potenziare l'informazione per sensibilizzare le persone sul tema della donazione. Ed è proprio nel cuore di Napoli, nella biblioteca di Forcella dedicata ad Annalisa Durante - la quattordicenne che fu colpita a morte dalla camorra - che si è svolto il convegno #IoDono Donare è una scelta naturale. «Abbiamo scelto un presidio di alta legalità perché la divulgazione della cultura della donazione rientra nella legalità», commenta Loredana Pulito, presidente dell'Associazione Penelope Dona e dell'Associazione Aido provincia di Napoli.

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E affinché si diffonda la consapevolezza che donare organi, tessuti e cellule, sia la scelta giusta da fare «c'è bisogno di investire di più sulla promozione e sull'educazione, sia nelle scuole che nel quartiere», come afferma Giuseppe Perna, il presidente dell'Associazione Annalisa Durante.

Per tale motivo «la scorsa settimana si è scelto di organizzare la Giornata della salute». In tale occasione «sono state offerte agli abitanti del quartiere ben 200 visite mediche gratuite. In quella sede abbiamo iniziato a promuovere la donazione degli organi, e abbiamo invitato le persone a prendere parte all'incontro di oggi. Sono queste le modalità in cui bisogna investire di più», conclude.

«Senza cultura del dono non ci sono donazioni né trapianti. Su questo ci stiamo lavorando da tempo, ma negli ultimi anni si sta intensificando l'impegno: stiamo spiegando perché è importante dare continuità alla vita delle persone che hanno difficoltà a vivere nel quotidiano», spiega Antonio Corcione, responsabile del Centro Regionale Trapianti. Poi aggiunge: «Quando una persona che non ha più la possibilità di vivere, può dare a un'altra questa occasione, è una delle cose più belle al mondo».

L'incontro si è aperto direttamente nei vicoli di Forcella - in via Vicaria Vecchia - con una performance di alcune ballerine di Fg ballet Studio Vomero guidate dalla conduttrice televisiva Paola Mercurio - la madrina dell'Associazione Aido - che ha incarnato la serena Partenope (in richiamo al nome dell'associazione). Il convegno, presentato dalla conduttrice, rientra nella programmazione dell'evento I colori di Partenope Dona, organizzato dall'Associazione Partenope Dona Odv e dall'Aido Provinciale Napoli. Tra i presenti c'è anche Giovanni Durante, il padre di Annalisa, che scelse di donare gli organi della figlia - vittima di camorra - per salvare altre vite: «Fu una scelta che feci con tutto il cuore». Le persone che hanno ricevuto i suoi organi è come «se fossero diventati figli miei», commenta Giovanni che rivela di nutrire la speranza di poterli incontrare per abbracciali.

Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda ospedaliera dei Colli, per anni si è occupato di trapianti di organi. Quando ci fu il prelievo degli organi di Annalisa Durante, fu lui ad occuparsene. «La donazione degli organi è un atto d'amore, si salvano tante vite umane. Spero che la mia presenza qui possa essere una motivazione per dire a tutti donate gli organi: è un atto d'amore importante ed oggi ne abbiamo davvero bisogno».

Al convegno ha preso parte anche l'assessore alla salute, Vincenzo Santagada, che sottolinea l'importanza di osservare le percentuali di persone che, nella nostra Regione e città, hanno aderito alla donazione degli organi. Per adesso «i numeri sono discreti ma dobbiamo migliorali. Dobbiamo fare chiarezza ma soprattutto formazione ed informazione». Una corretta comunicazione aiuterebbe a colmare il gap socio-culturale per far sì che si risvegli la coscienza e la consapevolezza sociale. Una tematica importante che secondo l'assessore ha anche un risvolto etico e religioso: «Probabilmente vanno chiariti anche alcuni contrasti che derivano da retaggi culturali ma anche di tipo religioso». Ma non è mai tardi per migliorare le cose, non è mai troppo tardi per capire che donare è la strada giusta. Dare il consenso per la donazione degli organi non è meramente un gesto di solidarietà, ma anche di responsabilità civile perché acconsentire al prelievo degli organi significa prendersi cura della vita degli altri, della vita di chi deve combattere quotidianamente contro tante difficoltà e non riesce a vivere una vita normale.

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