Stanno passando al setaccio le concessioni, le carte che consentono a gruppi di imprenditori e soci di cooperative di gestire boe e sigilli nello specchio d’acqua più ambito: quello che va da Mergellina al Castel dell’Ovo. Uno spulcio attento condotto nei vari passaggi amministrativi riposti nell’autorità portuale di Napoli, in relazione alle gare che hanno consentito di assegnare il diritto a gestire gli ormeggi delle imbarcazioni in rada nel golfo di Napoli. Nomi, sigle societarie, bandi, progetti, disposizioni. Va avanti così il lavoro di verifica condotto dalla guardia costiera, che da qualche mese ha iniziato una sorta di operazione trasparenza e normalizzazione, che viene condotta su un duplice livello: da un lato c’è l’attenzione per le boe, che rappresentano uno dei punti decisivi della ripresa economica di un intero mondo imprenditoriale; dall’altro c’è la volontà di rimuovere incrostrazioni, smantellare ostacoli, cancellare ogni forma di abusi sulle scogliere più famose d’Italia. Ma andiamo con ordine, a partire dal blitz messo a segno ieri mattina. Siamo nei pressi del Molo Luise, quando arrivano gli uomini della Guardia costiera (sotto il coordinamento del comandante Carlo Nigro, in una vicenda che vede massima attenzione da parte del direttore marittimo della Campania, l’ammiraglio Pietro Giuseppe Vella), accanto ai carabinieri della tenenza di Posillipo.
Ore sette e mezza, blitz in piena regola, quando si materializzano gli esponenti delle forze dell’ordine: puntano su una roulotte abbandonata, adagiata sul costone che dà inizio alla collina di Posillipo.
Indagine per occupazione abusiva di suolo demaniale, ma anche per un possibile danneggiamento della scogliera, in uno scenario destinato ad alzarsi decisamente di livello. Ed è il capitolo delle concessioni. Come è noto di recente è stato affidato il diritto a gestire alcume boe, anche se sembra che ci sia stato uno sforamento di competenze: dagli abusi sul territorio, si passa ad una analisi delle carte, dei procedimenti amministrativi. Ed è uno dei capitoli legati anche alla gestione di un altro braccio di scogliera: si tratta di un pontile abbandonato, da tempo ricettacolo di rifiuti, che è stato assegnato dopo una gara pubblica. Verifiche in corso, nessuno ha intenzione di sbilanciarsi, mentre i nomi dei concessionari vengono passati al setaccio secondo la più classica delle operazioni di trasparenza. Inchiesta su cui indaga anche la Dda. C’è una domanda di fondo: quali sono i limiti nella gestione delle barche? A quanti metri le boe devono stare lontano dagli scogli di via Caracciolo? Come si sono svolte le procedure di affido? Inchiesta che entra in una curva ancora coperta da segreto, anche se è facile immaginare convocazioni e audizioni di testimoni a stretto giro. Incroci di indagine, mentre si a cancellare il suk da Mergellina e a ridare spazio alla libera concorrenza nella gestione degli ormeggi.