Napoli, dal Palasport alle piscine: «Sì alla gestione esterna»

Il Comune chiede aiuto alle Federazioni per tutelare gli impianti post Universiadi

Il Paladennerlein
Il Paladennerlein
di Gianluca Agata
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 23:42 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:20
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La strada intrapresa dal Comune di Napoli è ormai chiara. Gestire in proprio gli impianti sportivi non è più possibile. Spazio alle convenzioni. La Gevi avrà il PalaBarbuto per due anni, la Federnuoto la Scandone ed altre piscine di proprietà comunale. Sul PalaVesuvio ginnastica e atletica, con la regia del Coni) si sono fatte avanti. È di qualche giorno fa poi la firma per la gestione trentennale del Circolo del Tennis. L’eredità delle Universiadi non è andata dispersa con i suoi 27 milioni investiti per 14 interventi di riqualificazione, ma la strada da percorrere è ancora lunga. 

Addio Mario Argento. Le parole che suonano da pietra tombale le ha pronunciate qualche giorno fa l’assessore allo Sport Emanuela Ferrante. «Stiamo cercando investitori privati. Ci vogliono 80-90 milioni di euro. Al momento non abbiamo trovato nessuno». Il futuro del palazzo è nell’area del Parco dello Sport a Bagnoli. Ma i tempi sono lunghi, lunghissimi. E allora quello che fu nel 2003 il Piano B (un palazzetto temporaneo da smontare una volta ricostruito il Mario Argento) è diventato un piano A con il Palabarbuto affidato per due anni alla Gevi del presidente Grassi. Sarà un palazzetto solo per il basket ed eventi a maggioranza sportivi. Convenzione di soli due anni? Troppi vincoli per farla più lunga.

Pronta la convenzione con la Federnuoto. Riguarda otto piscine, il piano per fare di Napoli centro di eccellenza sarà completamente operativo entro 3/5 anni perché alcune di queste piscine sono chiuse o inutilizzabili. Si tratta delle funzionanti Scandone (due vasche), Carlo Poerio, Frullone; Non funzionanti Ponticelli; Repubbliche Marinare (PalaDennerlein); chiuse Secondigliano (Aquila Nuoto) dopo i problemi giudiziari relativi ad un incidente sul lavoro; distrutte Scampia, Poggioreale. L’obiettivo è quello di far subentrare a regime la federazione nella gestione di tutte le piscine.

Chiusa la piscina. L’Agenzia della Regione che ha ristrutturato gli impianti per la Universiadi (oggi Arus) concluse i lavori e consegnò le chiavi al Comune che lasciò senza vigilanza l’impianto immediatamente vandalizzato. Al momento sono in corso i lavori seguiti da Arus nella palestra attigua (come da piano Universiadi) che si concluderanno tra 8 mesi. Per la piscina si attende l’intervento della Federnuoto come da convenzione.

Risolto il contenzioso, ultimi dettagli per il trasferimento.

Intanto è tutto fermo. L’attività sportiva non è cominciata. La Regione attende la consegna delle chiavi anche se è già cominciata da parte dell’Arus la constatazione dello stato dei luoghi per i lavori da effettuare. Dovrebbero essere minimi per la pista e due palestre. Diverso il discorso della palestra grande, delle tribune e di quanto deve essere realizzato nella parte sottostante gli spalti di vico Acitillo. 

Napoli, assieme a Milano e Bari, è stata ammessa senza riserve al Pnrr, per un totale di 11 milioni. Sei milioni saranno utilizzati per un nuovo impianto sportivo a Piscinola, a via Compagnone: sorgerà un palazzetto dello sport dove si potranno praticare anche padel, arrampicata e scherma. Con gli altri 4,5 milioni, saranno realizzate la piscina di via Prota Giurleo, con annessi campi di basket e pallavolo. Entro il 2026 (Napoli Capitale europea dello sport) i lavori alle due cittadelle sportive di Piscinola e via Prota Giurleo dovranno essere finiti. 

Chiusa la palestra all’interno del comando che ospitava lotta e pallavolo. Problemi amministrativi-burocratici post Covid. Se la società di lotta dei vigili del fuoco non si affilia entro il 2023 al Coni, si perderà la storia di una gloriosa società che ha portato medaglie olimpiche.

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