Napoli, la paura nel cantiere del racket: operai controllati a vista, si lavora sotto tensione

Napoli, la paura nel cantiere del racket: operai controllati a vista, si lavora sotto tensione
di Paolo Barbuto
Martedì 14 Maggio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 11:10
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Dovrebbe essere un giorno felice al cantiere Unesco di Porta Capuana: il giorno della rinascita dopo la paura e la fuga per le minacce della camorra, quello nel quale operai e mezzi meccanici arrivano in fila e tornano al posto che occupavano fino a mercoledì passato, quando s'è deciso di andave via.

Invece, a osservare da lontano le attività, si percepiscono tensione e un pizzico di diffidenza, come se ci fosse ancora qualcosa in sospeso, come se la paura non fosse passata, il sostegno della città non fosse arrivato, la tutela garantita dalle forze dell'ordine non bastasse. La sensazione è che il gesto clamoroso di tornarsene a casa a Isernia abbia lasciato uno strascico difficile da gestire.
 
Quando di buon mattino arrivano giornalisti e telecamere per riprendere il momento del grande rientro, qualche operaio si lascia andare un commento laconico: «Siamo tranquilli, siamo al lavoro», parole riproposte mille e mille volte nel corso della giornata di ieri da siti web e tv che raccontavano l'emozione del cantiere che riapre, tenace e protetto, dopo le minacce della camorra. Nemmeno la notizia dell'arresto provoca sussulti: è chiaro che per le persone del cantiere non è una novità anche perché l'emissario della camorra è stato preso mercoledì scorso lì vicino. Insomma chi lavorava al cantiere Unesco sapeva già dell'arresto che la questura ha deciso di rendere pubblico solo ieri in concomitanza con la riapertura.

Dopo l'addio a tv e fotografi suggellato dal laconico messaggio di serenità, il cantiere ha iniziato a marciare regolarmente ma con un pizzico di tensione di troppo. A metà mattinata il referente dell'azienda giunto direttamente da Isernia, s'avvede della presenza di qualcuno che fa domande. Convoca con un grido la persona che era stata avvicinata dalla stampa e senza abbassare il tono, dice con forza che «non si parla, non si parla con nessuno, capito?».

E siccome non c'è nulla da nascondere perché la ditta ha avuto un comportamento lineare e cristallino nella gestione di questa vicenda, quell'imperativo al silenzio imposto allo staff sembra esagerato. Sintomo di tensione, appunto.

Intorno ai lavori che sono ripresi di buona lena, la zona di Porta Capuana mostra entusiasmo, baristi sorridenti, passanti che guardano con soddisfazione: «Quando se ne sono andati ho pensato ecco, un'altra figura di ... per la mia Napoli - sorride una ragazza con lo zaino blu e il nome ricamato sopra, Ilary - Invece adesso penso che il segnale è stato utile per accendere i fari sul racket che fa schifo, come tutta la camorra. Mo' speriamo che non succede nient'altro perché sennò ci dobbiamo andare a nascondere tutti noi napoletani». Saluta con un sorriso dolce, quasi inciampa in un signore che sembra un habitué del cantiere: «Ma secondo voi la camorra li lascia stare? Io sono vecchio e ne ho viste tante. Questi fanno passare qualche mese e quando tutti si sono dimenticati di questa storia tornano. Fidatevi, io lo so come vanno certe cose».

Il sindaco ha salutato la notizia della ripresa dei lavori con entusiasmo. Era a Scampia davanti al cantiere per l'abbattimento della Vela Verde, appena aperto, e ha rivolto il suo pensiero a Porta Capuana: «La riapertura di quel cantiere è un segnale bellissimo. Voglio ringraziare l'impresa. E anche qui la città ha vinto su qualche criminale; lo Stato ha vinto sui poteri criminale. È la battaglia tra il bene ed il male ma il bene sta avanzando molto nella nostra città».

Parole di sostegno all'azienda molisana anche da Luigi Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia che commenta la della vicenda dal suo profilo Facebook: «Sono felice della riapertura del cantiere di Porta Capuana a Napoli, chiuso dopo che la ditta appaltatrice aveva ricevuto minacce e richieste di pizzo. Avevo auspicato un epilogo del genere, perché chi ha il coraggio di denunciare non deve chiudere, non deve fallire, ma deve poter lavorare e, per quanto mi riguarda, essere premiato. A questa ditta lo Stato ha saputo dare le giuste garanzie per continuare a lavorare indisturbati».

Francesco Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, esprime «soddisfazione per l'arresto di uno degli estorsori.

Rappresenta senz'altro un segnale positivo; ma al di là del caso di Porta Capuana, che ha avuto particolare risalto mediatico, occorre fornire alle imprese che operano sul territorio la garanzia di poter lavorare senza dover fare i conti con le pressioni estorsive della camorra».

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