Napoli, la protesta dei residenti di via Salvator Rosa: «Vogliamo più sicurezza»

Napoli, la protesta dei residenti di via Salvator Rosa: «Vogliamo più sicurezza»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 27 Luglio 2021, 11:00
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Più controlli delle forze dell'ordine, più sicurezza e più legalità. L'appello torna a levarsi dai residenti di via Salvator Rosa, uno dei crocevia preferiti dalla criminalità di strada, sempre più convinti che la situazione del controllo del territorio stia rischiando di finire fuori controllo.

Dopo l'ultimo gravissimo episodio - quello accaduto la sera di sabato 17 luglio - culminato nella rapina da parte di due giovanissimi di uno scooter e nel ferimento della 64enne Patrizia Petrone, ancora ricoverata in Rianimazione al Cardarelli - la paura torna a serpeggiare: la fine del lockdown è coincisa con la ripresa di reati predatori.

E quella strada, via Salvator Rosa, che fa da cerniera tra i quartieri collinari del Vomero e dell'Arenella con il centro storico, sembra essere tornata terra di nessuno. 

Ieri nuova manifestazione dei residenti, dopo la fiaccolata organizzata alcuni giorni fa. Questa volta gli organizzatori hanno affisso un grande striscione in piazza Mazzini: «Giustizia per Patrizia». Tra i presenti, anche il padre di Ugo Russo, il 16enne ucciso a santa Lucia durante un tentativo di rapina.

Tra loro c'erano - oltre a decine di persone di ogni età - anche i giovani dell'associazione «Giovani Promesse», impegnata nel recupero dei giovani a rischio e per affermare la legalità a Materdei e negli altri quartieri compresi tra il centro antico e la zona collinare. «Oggi - dichiara uno dei rappresentanti dell'associazione, Salvatore Paternoster - siamo qui per chiedere maggiore attenzione alle forze dell'ordine nel controllo del territorio. Servono più controlli, più pattuglie impegnate giorno e notte, perché la violenza è un fenomeno che sta aumentando, come dimostra anche l'ultimo caso della povera signora Patrizia». 

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A confermare l'allarme ci sono anche le voci delle mamme che hanno creato un paio di anni fa il Comitato anti-babygang di Salvator Rosa: un osservatorio che registra puntualmente tutti gli episodi legati ad atti di bullismo o comunque riconducibili alla microcriminalità.

Due anni fa la loro clamorosa iniziativa di «scortare» i figli minorenni durante le serate del fine settimana, creando dei presìdi civili di sicurezza lungo strade a rischio quali via Giacinto Gigante, via Girolamo Santacroce e la stessa Salvator Rosa. La loro iniziativa, rilanciata dal nostro giornale, riuscì a sensibilizzare i vertici delle forze dell'ordine e - grazie al potenziamento dei servizi su strada di polizia e carabinieri - scippi, aggressioni e rapine crollarono improvvisamente. 

«Ma oggi - spiega al «Mattino» Chiara Narciso, che parla a nome di tutti i genitori che fanno parte del comitato - la situazione sembra essere tornata ai momenti peggiori già vissuti prima della pandemia. Registriamo un nuovo picco di casi di aggressioni, e una recrudescenza di rapine o tentativi di rapina. Fino allo scorso mese di marzo c'era stata grande attenzione da parte delle forze dell'ordine; poi è subentrato il Covid, con il lockdown: poca gente in strada, sparirono anche i malviventi. Adesso sono tornati, e chiediamo che venga ripristinato quel piano sicurezza che diede ottimi risultati».

«Per quel che ci riguarda - conclude Chiara - noi continueremo ad essere sentinelle attente sul territorio e a segnalare ogni episodio di violenza. Purché il problema della sicurezza però non resti isolato al singolo caso particolare: perché la sicurezza è un bene di tutti e come tale va trattato».

«Oggi - concorda Giuseppe Ciotola - chiediamo giustizia per la signora Patrizia, ma anche che non si verifichino più casi come il suo. I nostri figli hanno il diritto di uscire la sera senza rischiare di essere rapinati o accoltellati. Servono più controlli e molta più sicurezza».

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