Napoli, Paola Marone: «Ancora in corso
i lavori al monumento a Diaz»

Napoli, Paola Marone: «Ancora in corso i lavori al monumento a Diaz»
Sabato 4 Marzo 2017, 14:55 - Ultimo agg. 14:58
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In riferimento alle polemiche che in questi giorni si stanno incrociando sul web e sulla carta stampata circa il restauro del monumento ad Armando Diaz, l'ingegner Paola Marone, titolare dell'omonima impresa esecutrice del lavoro replica alle accuse. E ribadisce «che non risponde al vero che il lavoro sia stato ultimato e che quindi le fotografie apparse in questi giorni sono state sostanzialmente “rubate” in un cantiere in cui i lavori sono ancora in corso».


«Ed è logico, quindi, - dice l'ingegnere -  che alcuni “graffiti” siano ancora visibili».
Il manufatto, con i relativi ponteggi, è stato consegnato all'Impresa Marone la scorsa estate. “E prima di procedere ai lavoro di ripristino – spiega Paola Marone – sono stati effettuati scrupolosi rilievi dell'opera”


«Il manufatto si presentava in pessimo stato di conservazione: diversi fenomeni di degrado interessavano sia il piedistallo in travertino che la statua bronzea in sommità. Non si trattava, insomma, di procedere a una semplice ripulitura. Dopo la verifica della condizioni di conservazione delle fondazioni, sono state infatti necessarie opere di consolidamento dei blocchi di marmo in sommità, che si presentavano fratturati e in grave pericolo di caduta, a causa della spinta provocata dal deterioramento del sistema di staffature e ganci di giunzione tra i vari blocchi di marmo e tra la statua e il nucleo interno in cemento armato» aggiunge Marone.


E conclude: «Se non si fosse proceduto in questo modo  avremmo potuto rischiare l'ennesimo crollo di lastre e frammenti marmorei, come già accaduto putroppo in anni recenti in città, che ha giustamente e motivatamente allarmato la popolazione, visto che ci siamo trovati a piangere vittime innocenti.  La necessità di procedere a estesi lavori di consolidamento ha inevitabilmente portato a un allungamento dei tempi di lavorazione, anche considerato che si è resa necessaria un'integrazione al progetto di restauro e che tale integrazione è dovuta passare per il vaglio e l'approvazione della Soprintendenza ai Beni Culturali.
Se non si tiene conto di questi dati di fatto è facile cadere in errore e prestarsi a strumentalizzazioni, con la sola conseguenza di danneggiare gravemente la reputazione di imprese come la mia, che vanta una più che trentennale esperienza di interventi su beni culturali e che, nel suo curriculum può vantare, per esempio il restauro, eseguito circa venti anni fa, del Teatro Mediterraneo alla Mostra d'Oltremare
».
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