Imprenditore gambizzato a Napoli, le ipotesi: tentativo di rapina o vendetta del racket

Imprenditore gambizzato a Napoli, le ipotesi: tentativo di rapina o vendetta del racket
di Luigi Sabino
Sabato 3 Luglio 2021, 23:28 - Ultimo agg. 4 Luglio, 22:56
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Sono ancora da chiarire i motivi del ferimento di Luigi Peluso, imprenditore di Secondigliano, raggiunto da due proiettili alle gambe nel primo pomeriggio di ieri. Il 33enne, secondo una prima ricostruzione, si trovava dinanzi alla sua attività gastronomica, “Le delizie del Grano”, quando è stato colpito ad entrambe le gambe. Due i colpi esplosi da ignoti che, subito dopo il raid, si sono immediatamente dileguati, verosimilmente, in sella a uno scooter. Immediatamente soccorso, Peluso è stato trasportato all’ospedale Cardarelli, dove le sue condizioni, dopo l’intervento del personale medico, sono state giudicate tali da non far temere per la sua vita. Nel frattempo, sul luogo del raid, sono arrivati i carabinieri della compagnia Stella che hanno preso la direzione delle indagini. 


Al momento, commentano gli investigatori dell’Arma, nessuna pista può essere esclusa. Peluso, infatti, è persona che non compare sui radar delle forze dell’ordine e anche la sua fedina penale, tranne qualche vecchissima macchia, è pressoché immacolata. Negli ultimi anni, anzi, si era dedicato alla sua impresa, attiva del settore della gastronomia. Non solo. A conferma del suo cambio di vita aveva presenziato anche ad un incontro organizzato qualche mese fa dall’antiracket, sebbene non sia iscritto a nessuna organizzazione di categoria né, tantomeno, fosse un attivista. Un imprenditore, quindi, senza nessun apparente legame con gli ambienti criminali della periferia nord.

Ed è proprio questa sua lontananza da contesti malavitosi a rendere il suo ferimento particolarmente inquietante. Le modalità con cui è avvenuto, per gli investigatori, non lasciano dubbi sul fatto che si sia trattato di una punizione. L’autore, infatti, ha mirato ad entrambe le gambe e questo, spiegano le forze dell’ordine, indicherebbe che la sua intenzione era quella di causare alla vittima il maggior danno possibile ma senza cagionarne la morte. Altro dettaglio che ha colpito l’attenzione degli investigatori è l’orario del raid. Il commando è entrato in azione poco dopo le 14.30 quando il corso Secondigliano era ancora affollato dai passanti, senza contare i clienti della gastronomia. Questo, però, non ha impedito ai malviventi di fare fuoco. Dettagli che, nella mente degli investigatori, inevitabilmente portano a pensare che gli autori siano professionisti del crimine. 

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Questo pone, però, una domanda: per quale motivo un semplice commerciante può finire nel mirino della mala? Tra le tante ipotesi al vaglio anche quella, ed è la più preoccupante, che Peluso sia rimasto vittima di una ritorsione da parte della criminalità organizzata per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Già da qualche tempo, infatti, le forze dell’ordine hanno registrato una maggiore aggressività da parte dei sodalizi camorristici della periferia nord nei confronti di commercianti e piccoli imprenditori. Il motivo è legato alla crisi economica in cui versano le cosche dopo i colpi inferti dallo Stato negli ultimi mesi. Le decine di arresti, infatti, hanno svuotato le casse delle organizzazioni criminali costrette a pagare la mesata ai sempre più numerosi detenuti per evitare una nuova ondata di pentimenti. Con le piazze di spaccio costantemente nel mirino di carabinieri e polizia, con la conseguente diminuzione degli introiti, è stato quasi inevitabile che i clan puntassero sulle estorsioni per rimpinguare i guadagni. Chi si rifiuta di sottostare alle richieste delle cosche ne subisce le ritorsioni. Intimidazioni e danneggiamenti innanzitutto ma anche, come confermato dalle indagini, pestaggi e aggressioni. Peluso, quindi, potrebbe essere l’ennesima vittima della violenza camorrista. Al momento, però, si tratta solo di una teoria investigativa che necessita ancora dei riscontri del caso. L’altra ipotesi, infatti, è quella di un tentativo di rapina finito male, forse di un orologio di valore. Fondamentale per fare luce sull’accaduto potrebbe, però, rivelarsi il racconto della vittima.
 

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