Napoli, ucciso da un albero: era l'ultimo giorno di lavoro e avrebbe raggiunto i figli per Natale

Napoli, ucciso da un albero: era l'ultimo giorno di lavoro e avrebbe raggiunto i figli per Natale
di Gabriella Cuoco
Lunedì 23 Dicembre 2019, 08:11 - Ultimo agg. 09:00
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Mohamed Boulhaziz era arrivato in Italia una decina di anni fa. Qualche suo connazionale amico viveva da tempo a Maddaloni, nel Casertano, ed è così che lui, pur di lavorare aveva deciso di trasferirsi e di rimboccarsi le maniche per mandare soldi a casa, alla moglie e ai due figli che abitavano in un paesino vicino Casablanca, in Marocco. Per dieci anni, il 62enne ha vissuto a Maddaloni, in un monolocale di via Appia. Ogni mattina, per sette anni, andava a piedi da una parte all'altra della città calatina, per raggiungere il mercato ortofrutticolo di via Cancello. «Era talmente umile dicono alcuni commercianti del mercato che non ha mai chiesto nemmeno un passaggio con l'auto. Addirittura, delle volte si divideva il panino con alcuni compagni pur di non lasciarli senza merenda».

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Poi, tramite qualche suo connazionale, all'inizio di quest'anno aveva deciso, dopo aver comprato un'Apecar, di mettersi in proprio e di lavorare per qualche ditta nel Napoletano. Distribuiva frutta e verdura e talvolta portava anche pane a domicilio per alcuni forni della zona tra Maddaloni e la Valle di Suessola. Nello scorso mese di novembre si era trasferito a Cervino, un paesino di appena tremila abitanti, dove viveva in un piccolissimo appartamento di vico Partenope, al civico 14 insieme ad altri due connazionali, che conosceva da quando era ragazzo. Ma, i tre non si incontravano quasi mai; ognuno aveva la sua stanza e durante le ore del giorno era difficile che si ritrovavano in casa. Svolgevano il proprio lavoro e solo nei fine settimana si incontravano al bar vicino casa per una partitella a carte e qualche bicchiere di birra da condividere insieme. «Non ha mai dato fastidio a nessuno dice il barista e mai ha bevuto un bicchiere di troppo. Anzi, quando ci stava da mettere pace lui era il primo a farlo. Era timido e spesso preferiva non parlare».
Stamattina Mohamed sarebbe dovuto partire per Milano. Aveva acquistato il biglietto del treno solo due giorni fa, in un'agenzia di Maddaloni. Lì risiedono da qualche anno i due figli di 28 e 30 anni che avevano deciso di arrivare in Italia per dare una svolta alla loro vita. Dopo diversi tira e molla Mohamed aveva deciso di trascorrere il Natale con loro e di far ritorno nel Casertano solo nel prossimo weekend perché poi da Capodanno aveva già altri impegni di lavoro.

IL DOLORE
La sua morte, nella giornata di ieri, ha lasciato senza parole tutti quelli che lo conoscevano; aveva molti amici e, soprattutto, diverse erano le persone che lo chiamavano anche per qualche piccolo lavoretto di giardinaggio da svolgere in alcune ville della zona di Cervino e dintorni. Non è ancora chiaro se i funerali si svolgeranno a Cervino, anche se il sindaco Gennaro Piscitelli ha dato massima disponibilità ad aiutare la famiglia: i figli e la moglie vogliono subito rimpatriare la salma in Marocco. Intanto, nella mattinata di ieri alcuni connazionali hanno raggiunto Napoli per dare l'ultimo saluto a Mohamed e, solo nella tarda serata di ieri, sono arrivati i figli direttamente da Milano. La moglie, che ha qualche acciacco di salute, è in Marocco e aspetta di abbracciare per l'ultima volta il suo compagno.
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