Nola, ucraini invisibili
a un passo dalla discarica

Nola, ucraini invisibili a un passo dalla discarica
di Nello Fontanella
Sabato 13 Agosto 2022, 08:31 - Ultimo agg. 14 Agosto, 09:39
3 Minuti di Lettura

La bandiera ucraina sul tetto dello stabile testimonia la presenza di rifugiati. Parabola satellitare e condizionatori. Tutt'intorno scatoloni e masserizie. E rifiuti urbani. Sembrerebbe tutto normale, se non fosse che quelle persone sono lì all'insaputa di tutti, anche delle istituzioni. E che sono costrette a sorbirsi lezzi nauseabondi di ogni sorta di rifiuti. Anche pericolosi. Perché lo stabile dove la decina di famiglie ha trovato riparo in fuga dalla guerra insiste su una vera e propria discarica a cielo aperto.

Via dei Siervi, estrema periferia sud  di Nola: l'edificio, costruito abusivamente, sequestrato e acquisito al patrimonio del Comune, anche se non ancora in via definitiva, si trova sulla linea di confine del territorio di Scisciano, dove l'altro giorno i carabinieri forestali della stazione di Marigliano e quelli di San Vitaliano si sono recati per sequestrare un'area di circa 800 mq, all'interno della quale è  stato sversato di tutto. Ed è così che si è venuti a sapere della presenza degli ucraini, una ventina in tutto, quasi tutti donne e bambini: una presenza silenziosa di cui il Comune era all'oscuro. Il sindaco ha delegato alla polizia municipale le indagini per capire chi, come e quando ha sistemato quei rifugiati. Uno  sgombero qualche  tempo fa era già stato effettuato, ma a carico di cittadini del Bangladesh. Adesso invece gli ucraini. C'è una donna che con il figlio sta rientrando dopo aver comprato un paio di buste di generi alimentari. «Non capire», si limita a dire. Conferma di essere rifugiata e di aver trovato alloggio grazie a volontari. E di «lavorare poco». Sul piazzale antistante lo stabile ci sono due furgoncini con dentro rottami ferrosi, segno evidente di attività di raccolta illecita con cui, presumibilmente, chi vive qui si arrangia a mettere insieme qualche soldo.

Ma è sul retro dell'edificio che sono stati sversati ogni sorta di rifiuti. E non negli ultimi tempi. L'area sequestrata dai carabinieri è nella disponibilità di un imprenditore napoletano che su un solo lotto di terreno, ricadente su più particelle dei due Comuni, ha costruito il palazzo abusivo. Sulla parte retrostante che insiste nel territorio di Scisciano, dove l'immobile ha un regolare ingresso, ha invece realizzato alcuni locali all'interno dei quali i carabinieri hanno rinvenuto un maiale e un vitello apparentemente in buono stato di salute. Mentre sul terreno agricolo ha posto in essere una vera e propria attività di gestione di rifiuti totalmente illecita. Rifiuti edili miscelati a terreno, Raee, calce indurita, imballaggi in plastica, pneumatici fuori uso, parti di mezzi per opera non bonificate. E nel suolo dei fossi scavati per buttarvi dentro altre scorie.

I mezzi meccanici che hanno movimentato il terreno si sono mangiati anche un tratto dell'ex ferrovia Cancello Scalo-Torre Annunziata e dove ora restano penzoloni tratti di binario. Infine interi rimorchi di scarti di pomodori che emanano lezzi nauseabondi e attirano insetti grossi come elicotteri, un pericolo già certificato dall'Asl di Marigliano. Per adesso è scattato il sequestro dell'area e il deferimento in stato di libertà  dell'imprenditore con apertura di fascicolo presso la Procura della Repubblica di Nola. Accurate indagini ambientali saranno effettuate nel terreno e nella restante parte di area. Il Comune di Nola invece ha delegato alla Polizia Municipale le indagini sulla presenza dei rifugiati. Si provvederà allo sgombero, forse. Ma poi bisognerà comunque trovare una sistemazione alternativa. È non certo nella munnezza. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA