Napoli, inaugurata la Casa della Pace Don Tonino Bello: ospiterà donne e bambini migranti

Napoli, inaugurata la Casa della Pace Don Tonino Bello: ospiterà donne e bambini migranti
di Emiliano Caliendo
Sabato 30 Luglio 2022, 16:57 - Ultimo agg. 20:07
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Una Casa-famiglia per minori accompagnati, messa completamente a nuovo dopo 10 anni di abbandono. Con 16 posti letto pronti a ospitare bambini e genitori in fuga dalla fame, dalla povertà e dalla guerra. La struttura, ubicata in un edificio attiguo la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Napoli, in piazza Ottocalli, tra i quartieri Arenaccia e San Carlo all’Arena, è stata inaugurata oggi 29 luglio alla presenza dell’Arcivescovo Metropolita di Napoli don Mimmo Battaglia e del sindaco Manfredi. Un rifugio che già a partire da questa notte ospiterà una giovane madre africana e il suo bambino di poco più di tre anni. Poi, da lunedì, inizieranno a essere ospitate le famiglie di rifugiati ucraini scappate dalla guerra causata dall'aggressione russa. La struttura è stata intitolata a Monsignor Antonio Bello, vescovo di Molfetta morto nel ‘93, nonché poeta e scrittore in attesa di essere dichiarato beato dal Dicastero delle cause dei Santi. Una figura spirituale molto importante a cui l’arcivescovo metropolita di Napoli Battaglia è molto legato. 

L’intervento di ristrutturazione della «Casa della Pace – Don Tonino Bello» è stato interamente finanziato dalla Fondazione Grimaldi, ente benefico nato nel 2007 per volontà della famiglia imprenditoriale Grimaldi e che svolge la propria attività nel settore dell’assistenza sociale e della solidarietà. L’amministratore delegato della Fondazione, Emanuele Grimaldi, plaude quindi alla sinergia creatasi tra Curia, Comune e Fondazione su questa importante iniziativa di solidarietà: «La nostra città ha delle necessità che sono enormi.

Vedere la Curia e la Caritas, e allo stesso tempo il Comune di Napoli e le fondazioni collaborare insieme sui progetti, è una cosa bellissima. Ciò permette di moltiplicare le capacità individuali. Sono gli uomini che fanno la differenza, dobbiamo augurarci che questa sensibilità l’abbiano tutti e che tutti quanti collaborino per migliorare la nostra città che è meravigliosa». 

A occuparsi delle attività del centro d'accoglienza saranno i volontari della parrocchia insieme alla Caritas Diocesana diretta dall’instancabile Suor Marisa Pitrella. «Tanta gente – spiega Suor Marisa - viene a bussare alla nostra porta alla Caritas chiedendoci ospitalità e accoglienza. E la Casa della Pace Don Tonino Bello oggi risponde a questo bisogno. Una casa accogliente che apre le porte a bambini e adulti. Ciò porta la comunità ad essere accogliente, creando una mentalità dove i fratelli non sono un problema ma un’opportunità. Direbbe San Vincenzo De’ Paoli: i poveri sono i vostri signori e padroni, sono il corpo di Cristo in Terra». E sul vissuto di questi ultimi del mondo, la direttrice della Caritas di Napoli aggiunge: «Alcuni vengono dalle violenze della tratta di essere umani. Altri provengono da zone di guerra in qualità di rifugiati. Sono tutte storie traumatiche e drammatiche. Quindi queste persone vanno accolte e guardate. Credo che solo l’amore possa guarire tutte queste ferite». 

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Ha partecipato al taglio del nastro anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha sottolineato l’importanza del mondo dell’accoglienza, e delle realtà associative che ne fanno parte, nel capoluogo campano: «Napoli è la città dell'accoglienza ma anche delle tante marginalità che noi purtroppo soffriamo. Ma oggi c’è una bella inaugurazione di un’iniziativa portata avanti dalla Curia con una Casa-famiglia che accoglie donne con bambini, con il sostegno del Comune per rafforzare la rete di solidarietà che dobbiamo mettere in campo soprattutto in questo momento difficile e complesso. Dobbiamo essere vicini alle tante difficoltà e marginalità di Napoli». L’ex ministro dell’Università si lascia poi andare a una riflessione sull’immigrazione come tema globale per cui è necessario il supporto del governo centrale alle amministrazioni comunali: «Siamo in una situazione molto difficile perché la guerra in Ucraina ha scatenato una crisi alimentare globale. Questo causa l’aumento dei flussi migratori. Chiaro che in un’azione di sostegno è importante l’intervento dello Stato perché i comuni sono delle articolazioni che in questo caso possono operare solo su mandato del governo centrale. Questo ovviamente poi si accompagna alla solidarietà individuale e delle diverse associazioni che fanno un’opera meritoria e che vengono sostenute anche dal Comune. È evidente però – conclude Manfredi - che davanti a problemi così complessi abbiamo la necessità di avere un’azione di sistema: il Comune può sicuramente fare qualcosa ma non può fare tutto».

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