Hanno preso d’assalto l’ospedale Cotugno dove qualcuno è persino arrivato con valigie e trolley al seguito. Dalle prime ore del mattino di ieri, una folla di persone si è riversata all’ingresso e sui piazzali del presidio ingaggiando una vera e propria “corsa” al tampone. Tutti si sono precipitati in ospedale con un solo obiettivo: fugare ogni dubbio sulla possibilità di aver contratto il Covid durante le vacanze all’estero, mettendosi al riparo dall’ultima ordinanza del governatore Vincenzo De Luca che impone quarantena e test nasofaringei ma che, in questo caso, è stata male interpretata con l’invasione ospedaliera. L’afflusso dei vacanzieri, che non si è mai interrotto durante l’arco dell’intera giornata, ha riguardato un’altissima percentuale di giovani, sfiorando le 200 presenze all’esterno del nosocomio. Cifre esorbitanti per un ospedale che, dall’inizio dell’emergenza, è stato strutturato per i ricoveri Covid e l’esecuzione dei tamponi solo in casi di sintomatologia conclamata, non certo per il caos esploso ieri.
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«Quando ci siamo ritrovati tutti qui, ci è venuto da ridere» ha raccontato un 21enne rientrato ieri da Mykonos, l’isola greca dove ha incontrato alcuni amici napoletani con i quali ha viaggiato sul volo di ritorno e che ha nuovamente rivisto al Cotugno. «Non sapevamo come comportarci e, preoccupati per la multa da 1000 euro se non si eseguono i controlli, siamo venuti in ospedale» ha spiegato il gruppetto di ragazzi, ignari che l’ordinanza prevede multe solamente per chi, tornato dall’estero, vìola l’isolamento domiciliare. «Facciamo i controlli per levarci un pensiero ma rifaremmo da capo le vacanze» hanno aggiunto gli amici che non mostrano alcuna preoccupazione, a differenza di una 19enne tornata da Tenerife, nelle isole Canarie. «Sono arrivata a Napoli qualche giorno fa e ora ho un po’ di ansia», ha detto la ragazza accompagnata dal padre. «A Skiathos, non ho mai indossato la mascherina» confessa un 22enne che conclude: «Mio cugino a Mykonos è stato sottoposto a uno dei tamponi a campione eseguiti al porto ma non ha rispettato l’isolamento previsto per 24 ore».
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La procedura, aggirata da chi ha assaltato il Cotugno, prevedeva l’invio di una mail con i propri dati a dichiarazione.viaggiatore@aslnapoli1centro.it per essere contattati dall’Asl e sottoporsi a tampone, ma per evitare l’attesa si è creato il caos. «I cittadini hanno messo a rischio la salute di tutti con gli assembramenti fuori l’ospedale - tuona Maurizio Di Mauro, direttore dell’Azienda dei Colli - inoltre fare il tampone tornati da un viaggio non è detto che serva, perché ci possono volere dei giorni per risultare positivo al Covid e potrebbe rivelarsi inutile, perciò invitiamo tutti a seguire le regole e a non abbassare la guardia, seguendo tutte le indicazioni su mascherine, distanziamento sociale e lavaggio frequente delle mani».
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